Ilva, Acciaitalia rilancia con una nuova offerta | Sul tavolo 1,850 miliardi, Calenda: “Saremo vigili”

di Redazione

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Ilva, Acciaitalia rilancia con una nuova offerta | Sul tavolo 1,850 miliardi, Calenda: “Saremo vigili”

| domenica 04 Giugno 2017 - 10:10

Nuova offerta d’acquisizione dell’Ilva da parte della cordata Acciaitalia composta da Jindal, Cdp, Del Vecchio e Arvedi. Un passo importante dopo lo stop dell’Avvocatura di Stato ad un rilancio solo sul prezzo. La proposta della cordata tocca tutti e tre i capitoli previsti dal bando: piano industriale, piano ambientale e prezzo.

Nella nota si parla di un prezzo di 1,850 miliardi. Stando alle prime indicazioni, sa subito saranno assunti 9.800 dipendenti e la validità dell’offerta è al 30 settembre. Nella definizione della vicenda Ilva “seguiremo scrupolosamente le disposizioni di legge e le procedure di gara che, come si fa in un paese serio, non si cambiano in corsa o peggio ex post”, afferma il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda.

“All’interno di questo ambito – aggiunge Calenda – useremo tutti i margini previsti per conseguire i risultati migliori in termini occupazionali, ambientali e finanziari. Tengo comunque a ringraziare tutti i membri delle due cordate partecipanti alla gara per l’impegno e l’interesse che dimostrano verso un sito industriale tanto importante per il paese”.

Dei 9.800 potenziali nuovi assunti, 2.000 sono impegnati nella realizzazione degli investimenti ambientali e industriali (l’offerta Am Investo parla di 9.400 assunzioni subito che poi scendono a 8.480 nel 2024 mentre per Acciaitalia si arriverebbe a 10.812 nel 2024).

Il nuovo piano di rilancio prevede quasi 5 miliardi di investimenti totali. Si parla espressamente di sviluppo delle acciaierie Ilva “con il fermo e impegnativo obiettivo di riportare al più presto la produzione dell’area a caldo ai suoi valori storici di circa 10 milioni di tonnellate“.

Il raggiungimento dei 10 milioni di tonnellate l’anno di produzione sarebbe realizzabile, secondo il nuovo piano di Acciaitalia, “con l’impiego di tecnologie innovative, non ancora attuate in Europa, atte a determinare una sensibile riduzione degli impatti ambientali”.

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