Tallinn, “no” a nuovi porti Ue per i migranti | Anche Germania e Belgio si sono defilati

di Redazione

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Tallinn, “no” a nuovi porti Ue per i migranti | Anche Germania e Belgio si sono defilati

| giovedì 06 Luglio 2017 - 19:23

Il vertice di Tallinn, in Estonia, conferma l’orientamento già espresso da Francia e Spagna, ribadendo un secco “no” all’apertura di nuovi porti “Ue” per i migranti. Gli ultimi Paesi ad aver respinto la proposta dell’Italia sono stati Germania e Belgio. I ministri dell’Interno Ue hanno, invece, raggiunto un accordo sulla Libia, le ong e i rimpatri.

“I ministri dell’Interno Ue hanno raggiunto un accordo sulla necessità di accelerare il lavoro collettivo nell’attuazione delle seguenti azioni prioritarie per ridurre la pressione migratoria sulla rotta del Mediterraneo centrale e rafforzare il sostegno all’Italia: aumentare l’impegno per la Libia e altri Paesi terzi chiave; rivedere e coordinare meglio le operazioni di search and rescue (codice condotta ong); e i rimpatri”, si legge in una nota della presidenza estone del Consiglio Ue.

Il ministro dell’Interno tedesco Thomas de Maiziere spiega così il “no” alla proposta dell’Italia: “Non sosteniamo la cosiddetta regionalizzazione delle operazioni di salvataggio“. Sulla stessa linea il ministro per l’Asilo e politica migratoria belga Theo Francken: “Non credo che il Belgio aprirà i suoi porti ai migranti salvati nel Mediterraneo”.

“L’Italia ha chiesto aiuto, e noi vogliamo dargliene, ma i porti della Spagna sono sottoposti ad una pressione importante nel Mediterraneo occidentale, aumentata del 140%, che impone anche a noi un grosso sforzo per i salvataggi in mare”, ha aggiunto il ministro dell’Interno spagnolo Juan Ignacio Zoido.

Secondo il ministro per la Sicurezza e Giustizia olandese Stef Blok: “Aprire più porti europei ai migranti soccorsi non risolverà il problema. Bisogna pensare al ruolo che i porti africani potrebbero avere, porti come quelli di Tunisia ed Egitto ad esempio“.

Ma il mandato della missione Triton non sarà modificato: “È ben definito. Si tratta di migliorare l’attuazione di quanto già concordato. Fanno già un lavoro molto buono. L’obiettivo di Triton com’è attualmente è chiaro. Però occorre più lavoro all’interno dell’Ue, ma anche con i nostri vicini nordafricani, per condividere il peso ed assicurare che l’Italia non sia lasciata sola – aggiunge Avramopoulos.

Soddisfatto il ministro dell’Interno Marco Minniti: “La riunione è andata secondo le aspettative, perché c’era un’agenda che era già stata disegnata dall’incontro di Parigi di domenica scorsa e dalla Commissione europea. Sulla questione dei flussi migratori in Libia c’è stato un ampio consenso, con la sottolineata necessità di ampliare i finanziamenti andando oltre i fondi già predisposti dalla Commissione europea e prevedendo finanziamenti dei singoli Stati membri”.

“Per quello che si è ascoltato in questa riunione sembra che ci sia stata una disponibilità dei singoli Stati”, ha spiegato Minniti.
“L’apertura di altri porti Ue non era in discussione, perché non era la sede giusta. Sapete che abbiamo mandato una lettera alla sede formale che ne deve discutere, che è Frontex. In quella sede discuteremo la prossima settimana, è evidente che su questo punto ci sono posizioni contrastanti – dichiara ancora Minniti – L’Italia ha un suo punto di vista, altri Paesi hanno un loro punto di vista, come è giusto. Discuteremo, legittimamente e anche con la necessaria fermezza”.

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