Facebook, Zuckerberg: “Vogliono usarci per le elezioni”

di Redazione

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Facebook, Zuckerberg: “Vogliono usarci per le elezioni”

| giovedì 22 Marzo 2018 - 08:14

Dopo tanto silenzio, il Ceo di Facebook, Mark Zuckerberg, ha parlato in merito allo scandalo riguardante proprio la sua piattaforma e lancia un nuovo allarme. “Qualcuno vuole ancora una volta sfruttare la piattaforma di Facebook per influenzare le elezioni”, ha detto, riferendosi al voto di metà mandato in cui gli americani rinnoveranno gran parte del Congresso.

Zuckerberg chiede scusa: “I social media vanno regolati”

“Chiedo scusa e sono disponibile a testimoniare davanti al Congresso”, ha aggiunto in un’intervista alla Cnn, la prima dopo lo scandalo dei dati personali raccolti sulla piattaforma per scopi politici.

I social media vanno regolati”, ha sottolineato Zuckerberg, aprendo all’istituzione di nuove regole e dicendosi sicuro che si voglia ancora sfruttare la piattaforma per influenzare le elezioni.

“E’ stato un errore fidarsi di Cambridge Analytica”, ha poi ammesso il numero uno del social network, parlando della società che ha comprato i dati di 50 milioni di utenti. “Ci sono state molte forze in gioco su Facebook durante le elezioni presidenziali americane del 2016. Le elezioni di metà mandato del prossimo novembre saranno una sfida, un motivo di grande attenzione per noi”, ha proseguito.

“Sono certo che c’è una seconda edizione di tutto quello che è stato lo sforzo della Russia nel 2016, ci stanno lavorando. E sono certo che ci sono nuove tattiche che dobbiamo essere sicuri di individuare e fronteggiare”, ha dichiarato ancora il numero uno di Facebook.

Intanto, gli inserzionisti britannici minacciano di abbandonare Facebook dopo la vicenda del sospetto abuso dei dati di decine di milioni di utenti. È quanto emerge da una riunione dell’Isba, l’organismo che rappresenta le maggiori agenzie pubblicitarie del Regno, il cui messaggio – a quanto riferisce la Bbc – è: “Il troppo è troppo”. David Kershaw, boss del colosso M&C Saatchi, conferma poi che la minaccia di passare su altre piattaforme “non è un bluff” in mancanza di garanzia di svolte sulla sicurezza dei dati.

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