Lavoro, Camusso: “No al lavoro per le feste”

di Redazione

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Lavoro, Camusso: “No al lavoro per le feste”

| martedì 24 Aprile 2018 - 13:48

Susanna Camusso, segretario della Cgil, sottolinea l’importanza del tempo libero nei giorni di festa. “Credo che sia profondamente sbagliato – ha detto a margine dell’assemblea generale della Camera del Lavoro di Milano – avere i negozi aperti nelle tre feste civili del nostro Paese che sono il 25 Aprile, 1 Maggio e 2 Giugno”.

Lavoro, Camusso: “No al lavoro per le feste”

“Non si capisce perché – ha aggiunto Susanna Camusso – non si possa riconoscere, a tutti coloro che non sono in servizi essenziali, di poter partecipare a manifestazioni e di trascorrere del tempo libero“. In tempi come quelli che stiamo vivendo e in seguito a recenti avvenimenti, diventa fondamentale ribadire concetti come democrazia e libertà, a ridosso del 25 aprile. “I segnali di intolleranza razzismo e neofascismo che abbiamo visto in questi mesi – ha continuato – non sono un pericolo da sottovalutare. Quest’anno celebriamo il 25 Aprile nell’anno del settantesimo della Costituzione, aver liberato il Paese ci permette ora di vivere in un luogo democratico e libero”.

Sono quasi 5 milioni gli italiani che trascorreranno il 25 aprile e il 1 maggio al lavoro, a renderlo noto la Cgia. Il maggior numero di occupati nei giorni di festa si registra nel settore alberghiero e ristorazione: i 688.300 lavoratori coinvolti incidono sul totale degli occupati dipendenti dello stesso settore per il 68,3%. A seguire, il settore del commercio con 579.000 occupati ,pari al 29,6%, la Pubblica amministrazione che con le sue 329.100 presenze copre il 25,4%, la sanità con 686.300 occupati pari al 23% e infine i trasporti con 215.600 lavoratori che coprono il 22,7%.

“Negli ultimi 10 anni – spiega Paolo Zabeo della Cgia – gli occupati nei giorni festivi sono aumentati specie tra i dipendenti e in misura più contenuta anche tra gli autonomi. Nel settore del commercio, grazie alla liberalizzazione degli orari introdotta dal Governo Monti, una risposta alla crisi è stata quella di accrescere i giorni di apertura dei negozi. Con i grandi centri commerciali e gli outlet che durante tutto l’anno faticano ormai a chiudere solo il giorno di Natale e quello di Pasqua, anche le piccolissime attività, nella stragrande maggioranza dei casi a conduzione familiare, sono state costrette a tenere aperto anche nei giorni festivi per non perdere una parte di clientela”.

Le elaborazioni riportate fanno riferimento al 2016. Secondo questi dati sarebbero 4,7 milioni gli italiani che lavorano di domenica o nei giorni festivi, soprattutto in negozio, in fabbrica o in ufficio, anche per il 25 aprile e l’1 maggio. Tra questi lavoratori, 3,4 milioni sono dipendenti e gli altri 1,3 sono autonomi. Per questi ultimi si registra una frequenza di 1 a 4 a fronte dell’1 a 5 dei dipendenti.

Nelle regioni con una vocazione turistico-commerciale maggiore, è più diffuso il lavoro festivo. Ai primi posti ci sono Valle d’Aosta, con il 29,5% di occupati domenicali sul totale dipendenti presenti in regione, Sardegna (24,5%), Puglia (24%), Sicilia (23,7%) e Molise (23,6%). Nelle ultime posizioni, invece, Emilia Romagna (17,9%), Marche (17,4%) e Lombardia (16,9%). La media nazionale si attesta al 19,8%.

 

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