“Non buttate via mai niente, anzi suonatelo” canta Andrea Accoroni al micro-phon, strumento metà asciugacapelli e metà microfono, mentre Andrea Massetti lo accompagna al bassolardo, un basso elettrico costruito utilizzando un vecchio battilardo, una tavola di legno lavorata come un vero manico, un parafango di bicicletta e delle vecchie meccaniche per chitarra basso. Accanto a loro Simone Bellezze percuote la medusa, insieme di lunghi tubi di plastica simili ai mitologici capelli, con dei mestoli da cucina e Kaio alias Michele Tiberi si esibisce alla bora, una kora africana costruita con una boa di segnalazione marittima, forchette, scopettoni, maniglie, una zappa, fili da pesca e del rivestimento in legno per corridoi.
Insieme al fonico Mauro Pacetti sono i componenti del Riciclato Circo Musicale, band marchigiana fondata nel 2006 e con sei cd all’attivo (Disco rigido, Discarica elettrica, Spazzatour, RCM, Elettrodomestica), attualmente in tour per presentare il nuovo disco “Iban il terribile”, come i precedenti suonato interamente su strumenti musicali costruiti a partire da materiali di recupero. Una sperimentazione e una ricerca musicale lunga oltre dieci anni, che ha prodotto decine di oggetti dai nomi insoliti e suggestivi, dal cappellofono al casalingatore, dal chiavifon all’appendichiodi, dall’olifante all’ombrellino elettrico.
Oggetti insieme noti e ignoti, che a volte mimano l’apparenza o il suono di strumenti più tradizionali e altre volte producono rumori o strani effetti sonori. L’ensemble è strampalato e travolgente, ma musicalmente solido e a tratti persino geniale. “Da quando abbiamo costruito il primo strumento con materiale riciclato non ci siamo più fermati – ricorda Simone Bellezze – Eravamo sulla riva di un torrente a rinfrescarci e stavamo bevendo delle birre. Quando le bottiglie si sono svuotate, per passare il tempo abbiamo iniziato a soffiarci come fossero dei flauti di pan e a fare musica. Poi abbiamo iniziato a cambiare le note delle bottiglie riempiendole a vari livelli con acqua di fiume, fino a creare una scala completa. Quella musica ci ha stregato, e abbiamo iniziato a sperimentare con tutto quello che trovavamo. Per fortuna i rifiuti non mancano…”.
Il primo vero e proprio strumento, il cassetterio, è arrivato pochi mesi dopo quel primo concerto improvvisato sul fiume. “Andrea aveva un sogno nel cassetto: suonare la chitarra – ironizza Andrea Massetti – ma siccome non aveva i soldi per comprarla, ha preso direttamente il cassetto e se l’è costruita da solo”.
I componenti della band, tutti musicisti professionisti, coltivano con passione il loro senso dell’umorismo e riescono a scherzare persino sulla propria ricerca musicale, definendo il genere musicale al quale fanno riferimento “Elettrodomestica”. Non per nulla, tra gli strumenti si trova anche il casalingatore, un sintetizzatore auto amplificato con uno stereo anni ’90, che racchiude diversi tipi di elettrodomestici come lo spremitono, il rasoner, il macinote e il vignarolofon. Il pubblico si diverte, interagisce, alla fine del concerto prova anche qualche strumento e alla fine porta a casa un messaggio quanto mai attuale: i rifiuti racchiudono un mondo di possibilità.