Capaci, Di Matteo: “Lo celebra anche chi lo accusava”

di Rosanna Pasta

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Capaci, Di Matteo: “Lo celebra anche chi lo accusava”

| mercoledì 23 Maggio 2018 - 10:09

La Nave della Legalità ha raggiunto da poco il porto di Palermo, con a bordo migliaia di ragazzi partiti ieri da Civitavecchia, dopo il saluto del capo dello Stato Sergio Mattarella. Ad accoglierli nel capoluogo siciliano, il presidente della Camera Roberto Fico, la presidente della Fondazione Falcone, Maria Falcone, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il vicepresidente del Csm Giuseppe Legnini. Tante le iniziative di #PalermoChiamaItalia, organizzato dal Ministero dell’istruzione e dalla Fondazione Falcone.

FBI: “Falcone capì necessità di collaborazione internazionale”

Presente anche John Brosnan, agente dell’FBI, che ha sottolineato l’importanza di una collaborazione internazionale nel combattere la mafia, collaborazione di cui Falcone fu pioniere. “Abbiamo ottime collaborazioni tra Stati Uniti e Italia – ha detto Brosnan -, iniziate con Giovanni Falcone. La statua di Falcone nell’Accademia dell’FBI simboleggia il suo valore. È stato un grande uomo soprattutto quando si trattava di combattere contro la criminalità organizzata a livello internazionale. Lui è stato pioniere nel combattere e nell’usare una terminologia specifica, ha capito che era necessaria una collaborazione internazionale“.

Roberto Fico:”Il dibattito parlamentare è fondamentale”

Il presidente della Camera, Roberto Fico, è presenta a Palermo in questa giornata di memoria e di lotta contro la mafia. “Il dibattito parlamentare è fondamentale – ha detto -, dal lavoro in commissione derivano le leggi migliori. Le leggi hanno bisogno di un tempo consono per essere dibattute in parlamento”. Ha poi lanciato un messaggio ai tanti giovani presenti. “È chiaro che sono loro il futuro – ha precisato Fico -. Quando fu ucciso Falcone, e la sua scorta, io avevo quasi 18 anni ed ero nel salone di casa mia. In quel momento dentro di me ci fu una scossa fortissima, un dolore che poteva sopraffarti o costringerti a scegliere da che parte stare, e il mio impegno in politica indica che ho scelto da che parte stare”. Ma Palermo e la Sicilia non sono fatte solo di mafia. “Palermo e la Sicilia sono meravigliosi come il nostro paese – ha concluso Fico -. Ci sono tantissime persone oneste che sconfiggeranno una minoranza”.

Pietro Grasso: “Non avrei mai potuto tirarmi indietro”

Giovane giudice a latere nel Maxiprocesso. “Grande emozione in quest’aula a ricordare qui momenti – dice Pietro Grasso -. Fare il magistrato era il mio sogno per combattere il fenomeno mafioso, non avrei mai potuto tirarmi indietro“. L’impegno era smisurato. “Volevano far vedere la mafia in tutta la sua complessità, di come si infiltrasse nelle istituzioni, era questo l’impegno di Falcone”. Il ricordo della scorta. “Dal 1985 la mia vita è cambiata con le scorte e vogliamo approfondire le loro storie e i loro rapporti con i magistrati”.

Vincenzo Mineo: “Eravamo preoccupati del pesante impegno”

Al dottor Vincenzo Mineo consegnarono le chiavi dell’Aula Bunker, intorno al 1986. “Eravamo preoccupati del pesante impegno – dice. Da mesi seguivamo i lavori”. Il Ministero dell’istruzione e la Fondazione Falcone gli consegnano una targa in memoria del suo operato.

Valeria Fedeli: “L’importanza della cultura della legalità”

Il ministro Valeria Fedeli si affianca commossa a Maria Falcone. “Per me è stato importante ripristinare dall’anno scorso la nave della legalità – ha detto -. Questo viaggio diventa un confronto con dei testimoni, come fatto ieri sera, sono persone che hanno vissuto quella fase storica. Memoria attiva significa costruire tutti gli anticorpi che restano nei nostri giovani. Educare al rispetto della legalità ad ogni livello. La mafia distrugge la vita e la dignità, credo che stiamo facendo un lavoro importante con Maria”.

Maria Falcone: “Per fortuna non è tutto finito”

Per fortuna Caponnetto aveva torto, non era tutto finito. “Io credo – dice Maria Falcone, sorella di Giovanni, della Fondazione Falcone per la lotta alla criminalità – che noi tutti adulti abbiamo ancora nel nostra memoria l’immagine di quel Caponnetto diafano, che dopo la morte di Giovanni diceva ‘tutto è finito’ era la sensazione che avevamo tutti, c’era la disperazione di pensare che tutto il lavoro fatto da quegli uomini fosse perso”. Poi la speranza si accende nei giovani. “Caponnetto mi diceva che si era pentito di quella frase e usciva dalle scuole con il segno della vittoria, perché diceva che in questi giovani c’era la speranza di sconfiggere la mafia. Anche Borsellino mi diceva che avrebbe continuato il lavoro di Giovanni, che stava scoprendo tantissime cose, che però non sapremo mai”. Bisognerebbe togliere terreno fertile alla mafia, esiste ancora omertà e indifferenza. “Anche io sono stata salvata dai giovani e dalle tante lettere dell’albero Falcone”, ha aggiunto Maria Falcone. Impegno anche da parte delle istituzioni. “Lo stato ha fatto tanto, anche la magistratura e la politica, la società civile e i giovani, la scuola hanno dato speranza per combattere la mafia”.

Capaci, Di Matteo: “Finge di celebrare anche chi ha accusato”

Sono tanti i presenti, noti e meno noti, raccolti oggi a Palermo in ricordo del XXVI anniversario della Strage di Capaci in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie e gli uomini della scorta. Qualcuno, però, non sembra condividere pienamente il clima di festa in onore della legalità. “Mi infastidisce che oggi finga di celebrare Falcone anche chi in vita lo ha accusato di protagonismo“. Così il magistrato Antonino di Matteo, spiegando che “Capaci è stato da una parte l’evento che in molti ha creato la consapevolezza di quanto sia grave la questione mafiosa, dall’altra l’epilogo di una lunga stagione dove Falcone fu ostacolato, delegittimato, calunniato fino a essere isolato dallo stesso Csm”.

Fedeli: “Ho fiducia nell’entusiasmo di questi ragazzi”

Il Ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, è entusiasta di fronte alla folla di giovanissimi che celebra questa giornata. “Sono qui e secondo me questo è il segno migliore per ricordare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e gli 8 angeli delle loro scorte– ha detto al microfono del giornalista Franco Di Mare su Rai Uno -.  Abbiamo scelto di far ricordare ai ragazzi anche l’uccisione della scorta. Anche questi ragazzi erano giovani e consapevoli dei rischi, ma hanno scelto di difendere lo stato”. Per i più piccoli, che non hanno vissuto quegli anni bui, diventa quindi importante la memoria. “In loro entra un ricordo attivo di quella strage – ha continuato Valeria Fedeli – e sanno che ricordandoli entra in loro una cultura della legalità. Vivere nella legalità è un atto di forza”. Un plauso va anche al personale scolastico che segue i ragazzi. “Hanno docenti insegnanti e presidi che sono straordinari – ha tenuto a precisare il ministro – perchè li hanno accompagnati in questo anno di studio”.

La mafia esiste ancora, alcuni quartieri di Palermo e della Sicilia ne sento più viva la presenza, ma la speranza risiede nelle nuove generazioni. “Le resistenze ci sono ancora – ha proseguito Valeria Fedeli -, la mafia non è ancora stata sconfitta ma la migliore risposta è in questi studenti e studentesse, nel loro entusiasmo”.

La continua formazione civica di studenti e studentesse sta alla base di una cultura della legalità. “È tanta la soddisfazione che si prova – ha detto a Rai Uno Aurora Guglielmini, scout che da otto anni accompagna ragazzi a Palermo per la commemorazione -. da palermitana a vedere il cambiamento nei cittadini e nella città. I bambini percepiscono questo cambiamento, ad oggi la formazione della coscienza civile e civica inizia sin dalla più tenera età”.

L’impegno del Governo per la cultura della legalità

La responsabilità per la formazione delle nuove generazioni è anche nelle mani del governo. “Sono onorata di essere qui anche quest’anno – ha concluso Valeria Fedeli -, il paese ha bisogno di avere un governo e sono sicura che continuerà queste iniziative, per contrastare ogni forma di illegalità puntando sull’educazione civile e civica. Sono fiduciosa”. “La lotta alla mafia è una priorità per ogni parlamento“, ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico, presente oggi a Palermo. Il ministro Fedeli ha poi ricordato la vedova di Antonio Montinaro, Tina, che ha scelto di restare a Palermo, per dimostrare che la città, scossa da quelle stragi del 1992, ha reagito e reagisce ancora.

Sergio Mattarella, alla partenza della Nave dal porto di Civitavecchia, ha puntato l’attenzione proprio sul movimento di reazione che le stragi hanno scatenato nella popolazione. “Il 23 maggio – ha detto – è una data che non si può dimenticare, viene ricordata ogni anno la data del vile attentato di Capaci. Da allora si è sviluppato un movimento di reazione civile prezioso e importante, contro la mafia che ha ottenuto risultati importanti ma che richiede ulteriori impegni”. La lotta alle mafie diventa quindi “un impegno da riaffermare per sradicare questo fenomeno da tutti i territori del paese – ha continuato -. La presenza della mafia ostacola lo sviluppo economico, frena le possibilità di lavoro, condiziona possibilità di vita sociale, riduce la liBertà di ciascuno per questo è importante la testimonianza che state portando oggi e con la giornata di domani e le significative manifestazioni che ci saranno”.

In questa giornata commemorativa si punta l’attenzione anche sulla scorta, su quegli “angeli custodi” che hanno perso la vita insieme ai giudici Falcone e Borsellino. “Quei ragazzi che tutelavano anche la nostra libertà – ha detto Mattarella -, quei giovani hanno tutelato, difeso, garantito la vostra libertà crescita, il vostri futuro, li ricordiamo con riconoscenza e affetto, ringraziando i loro familiari. La solidarietà si deve trasformare in impegno come voi ragazzi state facendo con questa vostra traversata: un impegno di tutti contro le mafie, dell’intera comunità nazionale non solo delle forze dell’ordine e della magistratura. La vostra presenza rappresenta tutti noi: buona traversata ragazzi”.

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