Terrorismo in Europa, la minaccia jihadista “non ha conosciuto flessioni”

di Rosanna Pasta

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Terrorismo in Europa, la minaccia jihadista “non ha conosciuto flessioni”

| giovedì 28 Febbraio 2019 - 11:10

La minaccia del terrorismo di matrice jihadista “non ha conosciuto flessioni“, lo dimostrano “le numerose allerte su pianificazioni terroristiche da realizzare contro obiettivi occidentali”. Lo rileva l’intelligence nella Relazione annuale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza presentata oggi in Parlamento.

Terrorismo, la minaccia jihadista “non ha conosciuto flessioni”

In vista delle elezioni Europee in programma a maggio si profila il rischio che possano aumentare gli episodi di intolleranza nei confronti degli stranieri. I Servizi Segreti ricordano che già si sono registrati comportamenti “marcatamente razzisti e xenofobi” da parte di formazioni di estrema destra e “episodi di stampo squadrista”.

Secondo gli agenti dell’intelligence, l’Isis “si è mostrato ancora in grado di ispirare attacchi in Europa, suggerendone autori e modi”. Gli 007 riferiscono nella relazione che la propaganda jihadista invita a colpire con armi non tradizionali, come droni carichi di esplosivo da lanciare verso “eventi di massa o centri commerciali”.

“Nonostante la perdita di territorio – si legge nella relazione -, combattenti e figure di rilievo, che ne ha indebolito la capacità di pianificare e dare diretto supporto ad azioni terroristiche di proiezione transnazionale, Daesh, determinato a colpire l’Occidente, si è mostrato ancora in grado di ispirare attacchi in Europa, suggerendone autori e modi”.

Un altro aspetto fondamentale, cui la relazione pone attenzione, è quello dei “radicalizzati in casa“, ambito che sta impegnando sempre di più l’intelligence italiana. Si tratta di un bacino “sempre più ampio e sfuggente” che richiede un attento monitoraggio per cogliere segnali del possibile passaggio “dalla radicalizzazione all’attivazione violenta”.

“Quanto agli autori – spiegano gli 007 -, il rilevato coinvolgimento, negli attentati perpetrati nel 2018 nel Continente, di soggetti con passato criminale o trascorsi in prigione, è valso a ribadire un tratto ormai congenito del fenomeno dei radicalizzati in ambito europeo”.

Si fa poi riferimento ai 138 foreign fighter partiti per la Siria o l’Iraq, a vario titolo collegati con l’Italia. La relazione precisa: “Il ‘Casa’ resta la sede in cui costante attenzione è riservata alla ‘lista consolidata’ dei foreign fighters partiti per la Siria e l’Iraq a vario titolo collegati con l’Italia. In continuità con il trend rilevato lo scorso anno, non si sono registrate nuove partenze, anche se il numero dei ‘listati’ è cresciuto (da 129 a 138) in ragione dei casi risalenti agli anni passati, individuati in esito alla costante attività di vaglio e riscontro anche di segnalazioni raccolte nell’ambito della collaborazione internazionale”.

Per quanto riguarda la cyber-sicurezza, “l’intelligence – si legge nella relazione – ha istituito agli inizi del 2018 “un esercizio ad hoc teso a cogliere – all’interno del perimetro definito dal quadro normativo vigente – eventuali indizi di influenza, interferenza o condizionamento del processo elettorale del 4 marzo. Tale esercizio è stato riattivato nel mese di novembre in vista dell’appuntamento per il rinnovo del Parlamento europeo”. Inoltre, continua la relazione, le campagne di disinformazione, attuate prevalentemente tramite l’uso dei social network, “rappresentano uno degli strumenti attraverso cui attori ostili tentano di orientare l’opinione pubblica, interferendo finanche con processi fondamentali per la vita democratica, come le elezioni”.

 

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