Venezuela: scontro Guaidó-Maduro, lacrimogeni sui manifestanti

di Redazione

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Venezuela: scontro Guaidó-Maduro, lacrimogeni sui manifestanti

| martedì 30 Aprile 2019 - 18:34

Il presidente dell’Assemblea nazionale venezuelana, Juan Guaidò, ha lanciato un messaggio video alla nazione accompagnato da Leopoldo López, uno storico leader dell’opposizione a Nicolas Maduro rilasciato dagli arresti domiciliari.

Come si legge su ‘Repubblica’ Guaidò era circondato da un gruppo di soldati: ha esortato i militari fedeli a Maduro e la popolazione civile a scendere in strada per chiedere la “cessazione definitiva dell’usurpazione”.

Il video sui social: “L’esercito è con la gente, la fine dell’usurpazione è iniziata”

Guaidó ha trasmesso un video sui social network in cui, senza fare riferimento alla presenza dello storico oppositore di Maduro, lancia un “grande appello ai dipendenti pubblici” per “recuperare la sovranità nazionale”. Quindi ha ringraziato i “coraggiosi” per il sostegno e ha assicurato che le Forze armate sono “chiaramente dalla parte del popolo, fedeli alla Costituzione”.

Lopez era detenuto agli arresti domiciliari e sarebbe stato liberato da un gruppo di militari vicini al presidente dell’Assemblea. Il Venezuela “ha iniziato la fase definitiva per la fine dell’usurpazione, l’Operazione Libertà”, ha dichiarato Lopez, uno degli storici leader dell’opposizione venezuelana.

“Sono stato liberato da militari agli ordini della Costituzione e del presidente Guaidò”, ha scritto su Twitter il leader di Voluntad Popular. “Mi trovo nella Base La Carlota. Mobilitiamoci tutti. E’ ora di conquistare la libertà. Forza e Fede”.

Maduro: “È un golpe”

Il governo del presidente Maduro ha reagito dicendo di essere impegnato a “sventare un golpe”: “Informiamo il popolo del Venezuela che in questo momento stiamo affrontando e neutralizzando un ridotto gruppo di militari traditori che hanno occupato il Distributore Altamira (il principale accesso alla città, ndr) per promuovere un colpo di Stato contro la Costituzione e la pace della Repubblica”, scrive su Twitter il ministro dell’Informazione di Nicolas Maduro, Jorge Rodriguez. “A questo tentativo si è unita l’ultradestra golpista e assassina, che ha annunciato il suo piano violento da mesi. Chiamiamo il popolo alla massima allerta”.

Caos Venezuela, gli Usa: “Noi con Guaidò”

La notizia ha raggiunto subito le cancellerie di tutto il mondo. Gli Stati Uniti sostengono la mossa di Guaido. “La Fanb (Fuerza Armada Nacional Bolivariana, ndr) deve proteggere la Costituzione e il popolo venezuelano”, ha twittato il Consigliere per la Sicurezza nazionale, John Bolton. “Essa – ha aggiunto, rivolgendosi al ministro della Difesa venezuelano, Vladimir Padrino – deve stare al fianco dell’Assemblea nazionale e delle istituzioni legittime contro l’usurpazione della democrazia. Gli Stati Uniti stanno con il popolo del venezuela”. Il presidente russo Vladimir Putin ha riunito il consiglio di sicurezza russo. L’Unione europea è tornata a chiedere una soluzione pacifica. Il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha condannato il tentativo di Guaidò. La Colombia ha chiesto una riunione di emergenza del Gruppo di Lima, organizzazione di 12 paesi nata per reagire alla crisi in Venezuela.

La rivolta

Gas lacrimogeni sono stati lanciati sui manifestanti in autostrada, vicino alla base. Il centro della rivolta guidata da Guaidò e da Lopez, è il distributore Altamira, uno svincolo di accesso alla città che si trova vicino alla base militare di La Carlota. Alcuni manifestanti si sono impadroniti di due autoblindo che hanno messo di traverso sulla strada. Secondo i media ufficiali, un gruppo ha cercato di penetrare nella base militare, ma l’operazione non avrebbe avuto successo.

Il vicepresidente del Partito socialista unito del Venezuela (Psuv), Diosdado Cabello ha invitato tutti i chavisti a recarsi al Palazzo presidenziale di Miraflores per difendere la Costituzione ed il presidente Nicolas Maduro. “Stiamo sventando un tentativo di golpe di un piccolo gruppo dell’ultradestra appoggiato da ex militari, da pochi elementi dei servizi di intelligence Sebin e dell’esercito bolivariano”.

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