La vittoria di Pirro di Assad in Siria

di Giuseppe Citrolo

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La vittoria di Pirro di Assad in Siria

| mercoledì 11 Settembre 2019 - 18:41

In un certo senso, si può affermare che Bashar al Asad e’ uscito vincitore dalla guerra civile siriana, cominciata nell’ormai lontano 2011. Il suo esercito ha riguadagnato il controllo di una gran parte del paese, con l’aiuto ovviamente dei fidi alleati russi ed iraniani. Rimangono fuori dal suo dominio solo il nord-est del paese, in mano ai curdi, alcune zone desertiche ai confini con l’Iraq e la provincia di Idlib, in mano a dei ribelli islamisti. Ma puo’ questa definirsi una vera vittoria? No,e per molte ragioni diverse.

Innanzitutto,Asad si trova a regnare,in molti sensi,su un mucchio di rovine.Il paese e’ distrutto umanamente e socialmente. Nel corso di 8 anni di guerra civile, 500.000 siriani sono stati uccisi, centinaia di migliaia di altri feriti e mutilati.5 milioni di siriani sono fuggiti all estero, e la maggior parte di loro, non pare avere alcuna intenzione di tornare in patria. All’interno stesso del paese, c’e’ l’enorme problema degli sfollati interni: si tratta di circa 7 milioni di siriani che, pur rimanendo nel paese, sono fuggiti a causa dei combattimenti dalle proprie provincie d’ origine e ora vivono in altre,in condizioni spesso drammaticamente precarie. Poi, ecco un altro grande problema che Asad non sa come gestire, avendolo peraltro lui stesso pesantemente esacerbato: l’avvelenarsi delle relazioni fra le varie componenti etnico-religiose del paese. Curdi contro arabi, cristiani contro musulmani, musulmani sunniti contro musulmani sciiti ed alauiti. Il mosaico siriano, quel delicato equilibrio che ha retto per decenni, pare ormai irrimediabilmente lacerato.

Infine il drammatico stato economico del paese: malgrado gli ingenti aiuti alimentari ed economici dell’Occidente, malgrado l’opera di ricostruzione di case e infrastrutture civili ad opera soprattutto di imprese russe ed iraniane, siamo all’anno zero. La valuta siriana non vale ovviamente piu’ nulla sui mercati finanziari internazionali, nessuno vuole investire in un paese cosi’ pericoloso ed instabile, la produzione agricola ed industriale del paese,pur avendo registrato nel 2018 una leggerissima ripresa, resta distante anni luce dai numeri degli anni pre-guerra civile.Un tempo la Siria era un importante produttore di beni di consumo e tessuti;oggi esporta perlopiu’ mele e noccioline.Peraltro c’e’ un limite a quanto gli alleati russi ed iraniani del regime possono fare in aiuto della Siria:si tratta di due paesi con grossi problemi economici interni e sotto pesanti sanzioni occidentali.Assad puo dunque ripetere quanto vuole di aver vinto la guerra e che e’ lui il legittimo governante della Siria:la realta’ sul campo dimostra che si tratta di una vittoria di Pirro,ottenuta ad un prezzo altissimo per il popolo siriano,per i vicini mediorientali e per la stabilita’del sistema internazionale.

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