Sicilia, cara e lontana

di Stanislao Lauricina

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Sicilia, cara e lontana

| giovedì 07 Novembre 2019 - 09:41

Cara, carissima Sicilia. Soprattutto se devi andarci in aereo, e ancor di più se pensi di volarci in un periodo festivo, come nelle due settimane di fine anno. In questi giorni, per esempio, infuria sui media locali la polemica per il caro tariffe aeree.

Cinquecento euro per volare in Sicilia nel periodo delle prossime feste natalizie. Un disastro, non soltanto per i visitatori, ma soprattutto per i tantissimi siciliani che hanno dovuto trasferirsi nel nord Italia, per lavoro o studio.

Sicilia, cara e lontana

Cinquecento euro per un biglietto! Ma, se è carissimo un volo per andarci, è molto più conveniente andare via, naturalmente si spera soltanto per il periodo delle vacanze. C’è un incredibile differenza nei prezzi.

Abbiamo fatto una prova, con una città a caso: Bologna. Abbiamo scelto due compagnie, quella di bandiera, l’Alitalia, e la pi famosa tra le low cost, RyanAir. Bene. Per andare da Bologna a Palermo, il 22 dicembre, una domenica, il costo del biglietto è da 156 a 185 euro, con Ryan Air, mentre va da 198 a 245 euro con Alitalia.

Biglietti di sola andata. La tratta inversa, invece, è di 36 euro con RyanAir e da un minimo di 68 a un massimo di 499 con Alitalia. Sempre soltanto andata. I prezzi salgono, da Palermo, a momento del rientro.

Quindi, la conclusione è che a essere penalizzati non sono i collegamenti con la Sicilia, ma per la Sicilia. Allo sdegno, alla rabbia dei siciliani ha fatto da contraltare la rassegnazione della classe politica isolana.

Una politica quantomeno distratta. Nella sua quasi totalità. Perché il problema non è di oggi e non si limita ai collegamenti aerei. Eppure, almeno nell’ultima legislatura nazionale, tra Camera e Senato, si conta soltanto una interrogazione, quella della deputata del PD, prossima a passare con Italia Viva di Renzi, Daniela Cardinale che nel luglio del 2018 segnalava l’innalzarsi delle tariffe aeree con l’approssimarsi delle ferie estive.

Nelle ultime settimane si segnalano diversi articoli di stampa che evidenziano quanto sia esoso poter volare dalla Sicilia verso Roma e Milano. Anche in quel caso, lo spunto erano gli articoli di stampa.

Se non ne parlano i giornali, i politici non si accorgono di quel che patiscono i loro concittadini, evidentemente… A un anno e mezzo di distanza, non soltanto non si è ottenuta risposta, ma si è ripresentato il problema, tale e quale. E pensare che la stessa Cardinale, anche nella legislatura precedente, aveva affrontato il problema con interrogazioni e interpellanze.

Più recente, e successiva ai recenti articoli di stampa, l’interpellanza con cui i deputati siciliani di Forza Italia Giusi Bartolozzi , StefaniaPrestigiacomo, Nino Germanà, NinoMinardo e Francesco Scoma hanno l’intervento dell’Enac per porre un tetto al prezzo dei biglietti aerei da e per la Sicilia.

Dai parlamentari regionali tante chiacchiere e soltanto una interrogazione, del deputato Franco Di Domenico, anche lui del Pd e anche lui dato per prossimo al passaggio a Italia Viva di Renzi. Di Domenico, già a gennaio scorso aveva chiesto al governo regionale quali interventi intendesse adottare concretamente in relazione all’Accordo in materia finanziaria stipulato tra la Regione e lo Stato il 22 dicembre 2018, che autorizza l’adozione di misure di perequazione della condizione di insularità, senza ottenere risposta.

“Per cui mi stranizzano le dichiarazioni rilasciate alla stampa dagli Assessori Marco Falcone e Gaetano Armao, e mi fanno capire che a quasi un anno di distanza, non sia stato messo in campo alcun provvedimento utile a risolvere la questione in oggetto, né avviata alcuna seria interlocuzione con il Governo nazionale e con i vettori aerei”, scrive Di Domenico, che continua: “per questo ho una interrogazione urgente agli assessori Falcone e Armao per sapere se intendano avviare una tempestiva interlocuzione con il Governo nazionale e con le principali compagnie aeree operanti nella regione, ed in particolare con Alitalia, così come se stiano valutando la sussistenza delle le condizioni giuridiche ed economiche per investire della questione l’Antitrust e, infine se oltre ad invocare l’intervento dell’Enac a mezzo stampa, si sia effettivamente provveduto in questi mesi ad investire della questione in oggetto l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile e con quali esiti”.

Anche il suo collega Sammartino aveva annunciato con un post su facebook “Su questo la politica si esprima in maniera chiara. Non sarebbe l’ora di farci sentire tutti insieme? “, ma poi, forse impegnato a organizzare a Catania la convention con Matteo Renzi, si è dimenticato di far sentire la sua voce.

E il governo regionale? L’assessore alle Infrastrutture e alla Mobilità Marco Falcone e il suo collega al Bilancio si sono limitati a qualche dichiarazione sulla stampa per invocare l’intervento del governo nazionale e basta più. Ma il governo della Regione, secondo lo statuto autonomistico (art. 22) “ha diritto di partecipare con un suo rappresentante, nominato dal Governo regionale, alla formazione delle tariffe ferroviarie dello Stato ed alla istituzione e regolamentazione dei servizi nazionali di comunicazioni e trasporti, terrestri, marittimi ed aerei, che possano comunque interessare la Regione”.

Altro che invocazioni… Basterebbe imitare la Sardegna che beneficia di tariffe calmierate con Milano Linate e Roma Fiumicino, con un biglietto fisso per i residenti di 40 euro per Roma e 49 per Milano, mentre per gli altri viaggiatori non possono andare oltre il doppio, tra ottobre e maggio, e il triplo in estate.

Per la Sicilia, la continuità territoriale riguarda soltanto i collegamenti tra questa e le isole minori, non con il continente. Non resta che invocare il governo nazionale, per adesso impegnato, più che altro, a salvare Alitalia.

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