Missile palestinese su autostrada in Israele, la guerra sporca di cui non si parla

di Stanislao Lauricina

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Missile palestinese su autostrada in Israele, la guerra sporca di cui non si parla

| martedì 12 Novembre 2019 - 19:20

Le auto passano, lungo un’autostrada israeliana, quando un razzo esplode su una carreggiata, subito dopo il transito di un paio di veicoli e rischiando di provocare una strage. L’immagine, scioccante, è stata diffusa dal ministeri degli Esteri di Israele, nel giorno in cui in Occidente i media parlano del missile con cui l’esercito del paese ebraico ha colpito e ucciso un leader della jihad, un terrorista, Baha Abu al-Ata, responsabile di attentati contro la popolazione inerme, e la moglie.
Scene di una guerra sporca, che coinvolge i civili, che si combatte ogni giorno. Ma di cui, da noi, si parla poco. E’ uno stillicidio quotidiano di atti di guerriglia dei palestinesi, che sono etichettati come “terrorismo” perché mirano a colpire, indiscriminatamente, militari del paese ebraico, ma soprattutto i civili, come nel caso dell’autostrada, a cui il governo israeliano risponde duramente, colpo su colpo, con il suo esercito e la sua aviazione.
E’ questa la quotidianità di Israele, unica democrazia del Vicino oriente, paese ricco per il lavoro e l’inventiva dei suoi abitanti, che hanno strappato ettari di terreno fertile al deserto, ma che si impongono con la creatività di migliaia di start up tecnologiche. Senza contare la voce “Turismo”, che attira milioni di visitatori. Un paese dove, però, i giovani militari non possono mai lasciare il loro fucile, anche se vestiti in borghese per una serata in un pub, nel quale gli appartamenti devono avere una camera a prova di guerra chimica, e dove le bombe possono cadere anche dall’alto, appese a palloncini dai quali i bambini sono, naturalmente, attirati. Sì, in Israele succede anche questo, anche se nessuno lo racconta.
Dall’altro lato del muro che separa Israele dalla Striscia di Gaza, povertà e rabbia verso un popolo considerato invasore e oppressore. Poco lavoro, pochi diritti e tantissima diffidenza, anche da parte degli altri paesi arabi che, per la questione palestinese hanno combattuto e perso diverse guerre.
Di fronte a questa realtà difficile, davanti alle sofferenze parallele e diverse di due popoli, in Occidente e in Italia si combatte la guerra della propaganda di chi, da un lato dice di schierarsi con la senatrice Liliana Segre e denuncia un crescente odio antisemita, mentre dall’altro insulta Israele e esalta i suoi nemici, che ne invocano la distruzione e la scomparsa.
Una schizofrenia evidente in questi giorni di polemiche per il mancato voto del Centodestra alla Commissione Segre per il monitoraggio degli episodi di antisemitismo, specie sui social network: da Sinistra si criticano soprattutto Lega e Fratelli d’Italia, additandoli come complici dei razzisti, come hanno fatto l’ex ministro Fornero e il giornalista e scrittore Roberto Saviano; dall’altro il deputato siciliano di Italia Vera Michele Anzaldi chiede che la Rai affidi una trasmissione a Chef Rubio, personaggio televisivo che ha fatto parlare di sé non per le sue trasmissioni su Dmax, quanto per i suoi attacchi contro Matteo Salvini e, soprattutto, contro Israele. Tweet di fuoco, quelli di Rubio, che piacciono moltissimo a certi ambienti filopalestinesi della Sinistra estrema e, evidentemente anche a Anzaldi, secondo il quale il “telechef” potrebbe curare programmi che parlino di “ultimi e periferie e che, magari, interessi i giovani”. Con un racconto della realtà a senso unico, evidentemente. E che serve soltanto a alimentare odio e risentimenti.

 

 

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