Recovery Found, commissione EU al lavoro all’ARS

di Redazione

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Recovery Found, commissione EU al lavoro all’ARS

| venerdì 20 Novembre 2020 - 09:57

Due giorni di intenso lavoro in Commissione UE all’ARS dove si sono svolte, nelle giornate di martedì 17 e mercoledì 18 novembre, altre due audizioni in teleconferenza per approfondire ulteriormente il tema dell’utilizzo del Recovery Fund.

Con un doppio approfondimento dedicato agli “investimenti sul sistema dei trasporti regionali e sulla infrastrutturazione energetica con riferimento alle prospettive di utilizzo del Recovery Fund” ed alla “Audizione dei rappresentanti degli enti locali sulle prospettive di utilizzo del ‘Recovery Fund’ per la Regione siciliana” la Commissione parlamentare permanente sull’esame delle attività dell’Unione Europea, presieduta dall’onorevole Pippo Compagnone, ha incontrato i rappresentanti dei settori trasporti, energia e degli enti locali territoriali.

In particolare ai lavori hanno preso parte, per quanto riguarda l’audizione di martedì 17 novembre: il presidente di CONFETRA (Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica) Mauro Nicosia; il responsabile Pianificazione e Resilienza Rete di Terna SpA Francesco Marzullo ed il responsabile affari istituzionali di Enel per la Sicilia Stefano Terrana. Hanno preso parte invece all’audizione di mercoledì 18 novembre, dedicata ai rappresentanti degli enti locali: il presidente Anci Sicilia e sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il vicepresidente Anci Sicilia Paolo Amenta, il segretario generale Anci Sicilia Mario Emanuele Alvano, il presidente A.S.A.E.L. Matteo Cocchiara e il dirigente generale del Dipartimento regionale della programmazione Federico Lasco.

“I lavori si sono svolti in modo molto interessante – afferma il presidente di CONFETRA Mauro Nicosia – il dibattito che è nato serve a porre l’attenzione si alcuni temi fondamentali, in particolare sull’adeguato sviluppo del trasporto portuale in Sicilia. Spesso si sente parlare della necessità di un grande Porto Hub per la Sicilia. Noi riteniamo che questa regione abbia invece bisogno di sviluppare il sistema delle infrastrutture portuali esistenti. Il container è per definizione il dispositivo sul quale viaggia il commercio extra europeo, quindi è chiaro che se vogliamo migliorare il trasferimento dei nostri prodotti verso i mercati emergenti non possiamo prescindere dall’ammodernamento dei principali gateway che in Sicilia abbiamo già a disposizione. Penso ai porti di Palermo, Catania, Messina, Agusta. Occorre sviluppare la digitalizzazione, sottoscrivere adeguati accordi ferroviari, realizzare la catena del freddo, elettrificare le banchine, snellire le procedure burocratiche che scoraggiano gli operatori nazionali ed internazionali ad investire sui nostri porti.”

“In Italia – conclude Nicosia – il totale dei container movimentati nel 2019 è stato di 10 milioni, di cui 7 milioni e mezzo erano carichi di merci prodotte nelle aree afferenti ai porti dai quali sono partiti. Solo 3 milioni di container invece erano carichi di merci provenienti da altrove. Questo significa che puntare sulla modernizzazione dei nodi portuali già esistenti rappresenta un volano per l’economia dell’intero territorio nel quale il porto insiste. Del resto basta osservare il Porto Hub di Gioia Tauro: il traffico merci è imponente, ma attorno non nasce niente, è il deserto industriale.”

Per quanto riguarda il settore energia Stefano Terrana ha comunicato che le direttrici lungo le quali si sta muovendo Enel sono la decarbonizzazione, l’adeguamento delle reti ed un importante intervento di efficientamento energetico che valorizzi, soprattutto nelle aree metropolitane, un modello di città sostenibile puntando sulla mobilità elettrica. Anche Terna, per il tramite di Francesco Marzullo, conferma che in Sicilia c’è una fortissima richiesta di una rete che consenta un maggiore accesso alle fonti di energia rinnovabile.

Convocata in rappresentanza degli enti locali l’ANCI ha sottolineato come il tema del rafforzamento amministrativo sia fondamentale. “Senza le adeguate competenze è impossibile spendere, per cui il rischio è quello di avere a disposizione tantissime risorse e di non avere i mezzi per utilizzarle. Mancano le figure principali in tutti i Comuni e non è l’assistenza tecnica dei programmi, che subentra in un momento successivo, che può ovviare a questo problema” fanno notare Orlando e Alvano. “Senza una nuova stagione per gli enti locali è impossibile utilizzare queste risorse, per cui è indispensabile rivedere e potenziare le competenze attribuite alle Unioni di Comuni” aggiunge Amenta. La proposta, in tema di Recovery Fund, va esattamente nella stessa direzione di quelle già emerse in Commissione: concentrarsi su progetti di larga scala.

“Puntare su grandi infrastrutture evitando di disperdere risorse in mille rivoli, ma anche velocità e trasparenza nelle progettazioni degli interventi”, sono queste le priorità individuate dall’Asael, l’associazione che riunisce gli amministratori locali siciliani. “In questi anni è prevalsa la logica dell’accentramento regionale della spesa con uno scarso coinvolgimento dei territori e dei loro amministratori, l’auspicio – afferma il presidente ASAEL Matteo Cocchiara – è che con il Recovery Fund si cambi pagina, stante che lo stesso rappresenta per la Sicilia la più grande occasione per un concreto sviluppo”.

“Sono molto soddisfatto dell’esito di queste audizioni – afferma il presidente della Commissione Unione Europea all’ARS Pippo Compagnone – Sono emersi elementi che credo la deputazione regionale ed il governo della Regione Siciliana debbano tenere in particolare considerazione nel momento in cui ci si dovrà confrontare con il Governo nazionale per individuare gli investimenti da realizzare in Sicilia con il Recovery Fund. Andremo avanti con le audizioni per continuare a raccogliere le opinioni e le proposte delle sigle sindacali e dei rappresentanti di categoria delle attività produttive, del mondo agricolo ed imprenditoriale. Ma se c’è un elemento comune che sta venendo fuori con decisione è proprio quello di abbandonare prospettive localistiche e concentrare le opportunità offerte dal Recovery Fund su pochi grandi interventi capaci di incidere davvero sull’economia e sul lavoro. Un obiettivo raggiungibile – continua Compagnone – attraverso interventi volti a modernizzare ed ottimizzare il sistema di comunicazione fra porti, retroporti, aeroporti in una visione d’insieme che non può prescindere dal completamento dell’asse Berlino – Palermo con la realizzazione del ponte sullo stretto.”

“Un unico rammarico – conclude Compagnone – all’incontro erano stati invitati anche la responsabile del settore controllo investimenti di RFI Teresa Battista e il direttore della pianificazione strategica di RFI Enrico Cieri. Bene, hanno ritenuto di non dover prendere in considerazione l’invito che gli abbiamo rivolto parlando di documenti segreti sui quali intendono confrontarsi solo con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Dichiarazioni gravi ed inaccettabili che abbiamo comunicato al presidente dell’ARS Gianfranco Miccichè ed al presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e per le quali stiamo preparando delle severe interrogazioni parlamentari sia alla Camera che al Senato. I vertici di RFI ancora una volta mostrano un atteggiamento di sufficienza e totale disattenzione nei confronti del popolo siciliano”.

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