Nuovo Dpcm, dal 6 marzo scuola chiusa in zona rossa

di Redazione

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Nuovo Dpcm, dal 6 marzo scuola chiusa in zona rossa

| martedì 02 Marzo 2021 - 21:39

Scuola chiusa in zona rossa e nelle aree in cui il tasso d’incidenza su 100.000 abitanti in 7 giorni sarà pari o superiore a 250 casi di coronavirus. E’ la novità principale del nuovo Dpcm, firmato dal premier Mario Draghi, cme riporta l’Adnkronos. Il provvedimento sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile con nuove misure, restrizioni e divieti per contenere la diffusione del coronavirus e arginare le varianti covid. “Dopo il parere del Cts, è stato deciso che in area rossa le scuole di ogni ordine e grado saranno con didattica a distanza. Lo stesso avverrà nei territori in cui il tasso d’incidenza su 100.000 abitanti in 7 giorni sarà pari o superiore a 250” casi, dice Roberto Speranza, ministro della Salute.

“Il Dpcm è stato firmato, sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile. E’ frutto di un confronto importante con il Parlamento, c’è stato un lungo confronto con le Regioni e con il Comitato tecnico scientifico. Il principio guida è la tutela della salute come faro e guida. Siamo convinti come governo che per far ripartire il paese si debba vincere la battaglia sanitaria, in particolare in questo momento: la curva dà segnali piuttosto robusti di ripresa e facciamo i conti a livello mondiale con alcune varianti temibili del virus, in particolare quella inglese”, aggiunge.

“Ma non vanno sottovalutate la variante brasiliana e quella sudafricana. Il Dpcm prova a mantenere un impianto di conservazione delle misure essenziali vigenti, viene confermato il modello di divisione per aree che corrispondono a colori, sulla base del quadro epidemiologico di ciascun territorio. L’innovazione più rilevante del Dpcm riguarda le scuole. La variante inglese, che in questo momento è prevalente, ha una particolare capacità di penetrazione nelle fasce più giovani”, afferma ancora. “Le misure che abbiamo disposto sono necessarie, importanti, possono metterci nelle condizioni di governare la curva del contagio. Valuteremo l’andamento dell’epidemia giorno per giorno”, dice, prima di fare un appello ai cittadini: “Siamo in una fase epidemiologica che non può essere sottovalutata, abbiamo bisogno del contributo di tutti. Un’epidemia non si vince solo con un Dpcm e un’ordinanza, il comportamento delle persone è essenziale”.

“Il Dpcm sarà vigente dal 6 marzo al 6 aprile, le festività pasquali sono comprese. Il governo valuterà l’evoluzione della curva epidemiologica ed eventualmente valuterà come adeguare le misure in vista di un obiettivo che è lontano sul piano temporale”, spiega Speranza. Sull’ipotesi di prolungare l’anno scolastico, il ministro dice che “si valuterà passo dopo passo la necessità di aggiornare le misure. Ci sarà bisogno di un’ulteriore riflessione, è un tema che non può trovare ora una risposta definitiva”.

“Il tema della scuola – assicura – è decisivo. Tocca un numero significativo di famiglie italiane e c’è l’attenzione di tutto il Governo. Proviamo a tutelare il più possibile le nostre scuole e la vita dei nostri studenti e docenti. Abbiamo deciso le misure”, che prevedono la Dad in zona rossa e in aree con un tasso di incidenza particolarmente elevato, “perché c’è un fatto nuovo legato alla capacità d’impatto della variante inglese sulle generazioni più giovani”.

Elemento che, puntualizza Speranza, “non si trasforma in sintomatologia grave, ma diffonde il contagio. I più giovani possono portare il virus nelle case ai genitori e nonni e aumentare la velocità della curva. Noi continueremo ad analizzare i dati, verificare quello che avviene nel nostro Paese e valuteremo anche passo dopo passo se c’è necessità di aggiornare le misure sulla base dell’andamento della curva epidemiologica”.

Per Speranza, “è un momento in cui la curva dà segnali piuttosto robusti di ripresa e risalita e facciamo i conti a livello europeo e mondiale con alcune varianti temibili del virus: la variante inglese che è divenuta prevalente ma anche alcune presenze significative da non sottovalutare della variante brasiliana e sudafricana”. Sul Dpcm, assicura, “c’è stato un lungo confronto col Parlamento e con le Regioni e con il nostro Comitato tecnico scientifico”.

“Il principio guida è quello della tutela della salute come faro essenziale. Siamo convinti che per far ripartire il Paese serva vincere convintamente la battaglia sanitaria. La vittoria della battaglia sanitaria è la prima mattonella per la ricostruzione di una fase espansiva di crescita e sviluppo per il nostro Paese”, continua.

“L’intervento economico a sostegno dei soggetti che si trovano a pagare un prezzo più alto è indispensabile. Siamo impegnati fin dai prossimi giorni a lavorare in questa direzione”, continua Speranza rispondendo poi alle domande in conferenza stampa sul nuovo Dpcm, ribadendo la “necessità di dare un ristoro economico, una risposta, a quei tanti soggetti costretti a non continuare le loro attività a causa delle misure che sono oggi vigenti”.

“Ci aspettiamo che, se la curva continuerà a salire, per il meccanismo automatico delle mie ordinanze (che ora avranno effetto a partire dal lunedì)” si andrà verso “una maggiore presenza di colori arancione e rosso nelle prossime settimane nel nostro Paese. L’impegno del governo è dare risposte a queste persone” le cui attività saranno colpite dalle misure. “Siamo unitariamente convinti che bisogna dare risposte, consapevoli dei sacrifici di queste persone e il governo vuole stare loro vicino con atti concreti. Ma – ribadisce Speranza – questi sacrifici sono indispensabili”.

“In Italia – continua – ci sono quasi 3 milioni di persone, qualcosa che si avvicina al 5% della popolazione, che hanno avuto il Covid. Su questo pezzo di Paese c’è un’attenzione molto alta. Ci sono protocolli che stiamo studiando, ipotesi sperimentali che stiamo verificando, per capire le conseguenze di lungo termine del Covid, un virus insidioso che provoca conseguenze non solo nell’immediato. E’ uno degli obiettivi del ministero della Salute monitorare anche gli effetti a lungo termine, ci sono dei progetti a cui stiamo lavorando che nel più breve tempo possibile renderemo noti”, quanto annunciato dal ministro rispondendo a una domanda sul post Covid.

“Il luogo giusto” per discutere sulla proposta di passaporto vaccinale “è la riunione di tutti i Paesi europei. C’è bisogno che i leader europei ragionino di questo. Non è un tema che secondo me può essere affrontato in poco tempo”, ha detto ancora, rispondendo a una domanda. “Non siamo in Europa a un livello tale di vaccinazioni da poterci consentire secondo me già una decisione, una scelta di natura definitiva – ha aggiunto Speranza – ma ritengo che quella sia la sede giusta” per discuterne. “E l’Italia come sempre ha fatto in questi mesi si muoverà nella massima sintonia con i principali Paesi europei e con la Commissione Europea”.

“E’ stato approvato dal Parlamento nell’ultima risoluzione” nell’ambito delle “mie comunicazioni avvenute a fine febbraio, un testo molto chiaro che va nella direzione di considerare il vaccino bene pubblico globale. Noi riteniamo che quella sia la linea: il vaccino non come privilegio di pochi ma come diritto universale”, sottolinea quindi il ministro.

La linea è “quindi provare a costruire le condizioni per cui si superino visioni esclusive ed escludenti – ha chiarito Speranza – e da parte delle compagnie farmaceutiche al momento l’atteggiamento è di comprensione di questa sfida che non è solo di un Paese e di tutta Europa, ma anche di tutta la comunità mondiale”.

Gelmini: “Tempi fondamentali per non arrecare danni ai cittadini”
“Abbiamo lavorato alacremente: la bozza del Dpcm è stata condivisa con le Regioni, i Comuni, le Province, già dalla scorsa settimana; ed è pronta da venerdì”, riferisce quindi la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini nella conferenza stampa.

“I tempi sono fondamentali per non arrecare ulteriori disagi ai cittadini. Oggi c’è stata una messa a punto sul tema scuola – prosegue Gelmini – e stasera siamo in grado di completare questo Dpcm, proprio per lasciare il tempo ai cittadini di poter uniformare la propria vita a queste regole, che ovviamente sono stringenti”.

Inoltre, “c’è anche un cambio di metodo, perché il Dpcm è improntato alla massima condivisione possibile, anzitutto con il Parlamento. Ringrazio tutti i gruppi parlamentari per avere contribuito a una risoluzione che rappresenta la stella polare alle quale abbiamo uniformato questo provvedimento”.

Condivisione che, osserva Gelmini, “si è estesa dal Parlamento alle Regioni, alle Province e ai Comuni: ringrazio la Conferenza Stato-Regioni, il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, il presidente dell’Anci Antonio Decaro e il presidente dell’Upi Michele de Pascale, perché all’interno di queste riunioni sono emerse criticità e problematiche”.

“Siamo in grado di dare un segnale anche ai mondi della cultura: dal 27 marzo, sarà possibile, a fronte di una prenotazione che potrà avvenire solo online, tornare a frequentare i luoghi della cultura: ce lo auguriamo tutti”, aggiunge.

“I segnali di discontinuità sono evidenti, anche dalle scelte che il presidente Draghi ha fatto, con le nomine del generale Figliuolo come nuovo commissario all’emergenza e Curcio come capo della Protezione civile: oggi ho avuto il piacere di incontrarli e posso già annunciare che venerdì si svolgerà la prima riunione sul tema dei vaccini con la Conferenza delle Regioni, dei Comuni e delle Province. Anche questo sarà un momento importante per accelerare sull’obiettivo principe del Governo”, riferisce ancora la ministra.

 

 

 

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