I videogames: una storia di emozioni e tecnologia

di Redazione

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I videogames: una storia di emozioni e tecnologia

| venerdì 09 Aprile 2021 - 11:09

In origine era una pallina, una linea tratteggiata che divideva il campo e svolgeva il ruolo di rete, e due più piccole che invece servivano come racchette. Stiamo parlando di Pong, il primo videogames commerciale che simulava una partita di ping pong (o di tennis?), che ha spianato la strada a migliaia di titoli nel corso degli anni. Con il tempo, oltre ad essere ovviamente mutata la grafica grazie all’evoluzione tecnologica, è cambiato moltissimo anche il modo in cui vengono visti i video giochi, considerando che ad oggi sono parte attiva della quotidianità di milioni di persone. Percorriamone insieme una storia fatta di emozioni e pixel.

Da Tris a Pong: i primi passi dei videogames

Come anticipato, il primo videogioco a riscuotere un successo commerciale fu Pong, una simulazione di una partita di ping pong o di tennis. Correva l’anno 1972, e da quel momento nulla fu più come prima. In realtà anche Pong aveva un antenato. Nel 1952, presso l’università di Cambridge, Alexander S.Douglas, quasi senza volerlo creò una trasposizione su schermo catodico di Tris, un gioco che noi tutti conosciamo in cui la vittoria arriva allineando tre “x” o 3 cerchi su una griglia composta da 9 quadrati.

Fa quasi sorridere pensare come oggi all’interno di uno smartphone si possano racchiudere migliaia di video games sportivi, di avventura, slot gratis online, arcade, e molti altri ancora, e di come per far funzionare Tris servisse un computer grande quanto una stanza. Dopo una decina di anni viene presentato al MIT negli Stati Uniti il primo video gioco con finalità ludica, SpaceWar, dove dei puntini luminosi riuscivano a muoversi sullo schermo simulando una battaglia spaziale.

Sicuramente si trattava di un passo in avanti rispetto a Tris, per il semplice fatto che il computer utilizzato per il funzionamento di SpaceWar aveva dimensioni quasi “umane”. Ma la vera rivoluzione arriva all’inizio degli anni ’70, con i primi cabinati che invadono le sale gioco e cominciano ad intrattenere (e ammaliare) il pubblico. Le grafiche chiaramente erano essenziali, e i componenti stilizzati di Pong ne sono la testimonianza, ma da quel momento ancora una volta cambiò tutto.

Da intrattenimento a parte integrante delle nostre vite: i videogames

Il passo dalle sale gioco alle case fu abbastanza breve, e nel 1975 Pong entra nelle abitazioni di moltissime persone grazie alle prime consolles. I primi titoli furono in grado di catturare l’attenzione di differenti fasce di età, anche perché si trattava di una vera e propria rivoluzione. Nel corso degli anni però, la prospettiva con cui si guardava al mondo ludico cambiò, e furono maggiormente adolescenti e ragazzi a rappresentare il target perfetto per i videogames.

E oggi? Ai nostri tempi la prospettiva è cambiata ulteriormente, e moltissimi titoli sono giocati da differenti fasce di età, anche e soprattutto quelli sportivi. Il motivo è molto semplice: gli adulti di oggi sono i ragazzi di ieri, quelli cresciuti con computer e videogames nelle case, che in molti casi sono anche affezionati ad alcuni titoli arcade. Basti pensare ad un Pac Man, e a come ancora conservi immutato il suo fascino originario per grandi e piccini.

Nei videogiochi moderni il giocatore ha un ruolo sempre più attivo, ed è lui stesso parte integrante del gioco. Alcuni trame inoltre, ad esempio quella di Final Fantasy, sono talmente complesse al punto di essere in grado di tenere incollate le persone allo schermo per mesi nell’attesa di arrivare alla fine e terminare tutti i livelli, come potrebbe accadere  con un libro e i suoi capitoli. Al giorno d’oggi l’utente ha la possibilità di provare sensazioni sempre nuove, e considerando la velocità con cui sta avanzando il progresso, nei prossimi anni viene da chiedersi fino a che punto arriveremo. 

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