Il vino non è solo buono, può fare ripartire l’Italia

di Redazione

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Il vino non è solo buono, può fare ripartire l’Italia

| martedì 04 Ottobre 2022 - 17:36

Il vino è una delle bevande più buone che ci siano in Italia. Può piacere o non piacere, questo dipende dai gusti. Ma è uno dei marchi di fabbrica del nostro paese che, per anni, abbiamo erroneamente e brutalmente trascurato. Oggi, però, è tutta un’altra musica perché finalmente si è capito che con il vino ci si può…mangiare!

Ovviamente, nel senso che può generare reddito pro capite e far ripartire il nostro paese dopo questi anni bui.

Le visite alle cantine sono un brand

La città di Porto è da anni che ha attivato questo tipo di turismo che sta, pian piano, arrivando anche da noi. Praticamente, ci sono migliaia di appassionati di vino che amano visitare le cantine in cui si produce, appunto, il vino.

A chi non ama il vino può sembrare quasi incredibile una cosa del genere. Ma c’è, esiste e va presa in considerazione. Anzi, proprio nella città portoghese ci sono delle vere e proprie degustazioni e percorsi enogastronomici da far invidia in tutto il mondo. Fortunatamente, anche l’Italia sta seguendo questo percorso anche grazie al Vinitaly in Veneto: una vetrina ormai imprescindibile per chi lavora in questo settore.

La qualità può e deve essere fatta pagare

Chi è appassionato, crisi o non crisi, è disposto a spendere un bel po’ di soldi per avere il vino di qualità. Ed è proprio questo un fattore molto importante per l’economia italiana. Praticamente, puntare sulla qualità è la ricetta giusta per distinguersi e rendere giustizia a un prodotto che, purtroppo, in tutto il mondo subisce la concorrenza di vini ‘fake’ che solo sulla carta sono made in Italy.

Investire sulla qualità significa, quindi, anche poter avere la possibilità di aumentare il fatturato poiché il mercato del lusso, o dei prodotti molto di nicchia come il vino realizzato in un certo modo, non conosce crisi. Che sia la pandemia, i rincari o la guerra. Quindi, bene stanno facendo le aziende vinicole a non battagliare sul prezzo ma, anzi, continuare a puntare sulla qualità.

Si investe nel digitale, con nuovi posti di lavoro

Per commercializzare il vino e farlo rendere un prodotto diffuso in tutto il mondo, è necessario che si investa nel digitale. Provando, in tutti i modi, ad arrivare a quelle fasce di popolazione che non possiedono una connessione internet all’altezza.

Certo, a questo punto poi bisognerebbe educare le persone all’utilizzo del web in maniera consapevole, anche creando dei veri e propri manuali di istruzioni, come ad esempio la guida all’utilizzo del bonifico bancario nei casino online, giusto per essere più specifici. Perché, un altro aspetto molto importante, è che qualsiasi sito che commercializza vino dovrà offrire la possibilità di pagare con più circuiti.

Per non parlare, poi, del fatto che dovrà esserci tutta una rete di esperti del web, tra cui programmatori ed esperti di comunicazione. Soprattutto nei piccoli borghi, avrà come effetto quello di non vedere più lo spopolamento dei comuni a bassa densità di popolazione.

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