La Turchia blocca l’accesso ai social network | La presidenza: “Fanno propaganda al terrorismo”

di Redazione

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La Turchia blocca l’accesso ai social network | La presidenza: “Fanno propaganda al terrorismo”

| martedì 07 Aprile 2015 - 10:09

Blocco dei social network in Turchia. Lunedì è stato sospeso l’accesso a Facebook, Twitter, YouTube e altri 164 siti che avevano pubblicato una foto del sequestro del pubblico ministero Mehmet Selim Kiraz con la pistola alla tempia a opera di due militanti del gruppo di estrema sinistra Dhkp-C, prima del blitz conclusosi tragicamente.

Questo blocco è stato fortemente contestato dalla comunità internazionale ma il portavoce della presidenza, Ibrahim Kalin, ha spiegato che è stato indispensabile bloccare l’accesso ai siti dei social media perché alcune testate hanno agito “come se stessero facendo propaganda al terrorismo” nel condividere le immagini del magistrato sequestrato.

“Quello che è accaduto dopo (la morte del pm, ndr) è orrendo tanto quanto l’incidente in sé”, ha aggiunto. “La procura ha chiesto che questa immagine non sia più usata in nessuna delle piattaforme elettroniche”.

Subito è scattata la protesta in rete. Su Twitter è apparso l’hashtag #TwitterisblockedinTurkey, per manifestare solidarietà ai turchi e contro l’oscuramento dei social, in testa tra le tendenze. In rete sono girati anche numerosi consigli per aiutare gli utenti turchi ad aggirare il blocco. Il principale (ed il più semplice) era di cambiare le impostazioni del server Dns, che permette di accedere a internet, scegliendo quelle internazionali.

Solo in serata Facebok e  Twitter sono stati “riaccesi” dopo che i legali del social hanno garantito alle autorità che le immagini contestate sono state eliminate dalla piattaforma. Dopo anche YouTube è  ritornato accessibile.

La censura in Turchia non è una novità. Era già successo nel 2013 durante le manifestazioni di Gezi Park duramente represse dalle forze dell’ordine e poi l’anno dopo per contrastare la diffusione delle denunce di corruzione contro il governo islamico-conservatore di Recep Tayyep Erdogan, ora presidente.

Ma questa azione di repressione non si muove di pari passo con l’azione antiterrorismo. Sabato l’autobus della squadra di calcio del Fenerbahce è stato attaccato mentre percorreva l’autostrada Rize-Trabzon vicino al quartiere Arsin sulla costa orientale del Mar Nero della Turchia, dopo la partita contro il Rizespor Caykur, che Fenerbahce aveva vinto per 5-1. L’autobus è stato colpito da un proiettile esploso da fucile, che ha ferito il conducente. La polizia ha trovato un fucile da caccia e altri oggetti sul luogo dell’agguato.

Dopo l’incidente, la federcalcio turca ha deciso il rinvio delle partite di campionato per una settimana, mentre il Fenerbahce ha annunciato non avrebbe giocato fino a che non fossero stati trovati i colpevoli: oggi invece due persone sono state fermate.

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