È solo un adolescente. Vive i primi desideri sessuali, avverte l’eros che si sveglia in lui. Ma ha un problema: il suo interesse è rivolto verso gli uomini. Altri uomini e non donne, come tutti, la sua famiglia, i suoi parenti, i suoi amici, si aspetterebbero da lui. “È malato”, sentenziano i medici. Così, gli stessi medici decidono di sottoporre il ragazzo a una “terapia di conversione”: praticano su di lui alcune “applicazioni” – leggi “elettroshock” – controllando le sue reazioni sessuali di fronte a un uomo nudo. I segni della “tortura” sono impressi per sempre sulle sue braccia.
Una storia drammatica, al di là del rispetto dei diritti dell’essere umano, scoperta dal presidente di Arcigay Palermo, Daniela Tomasino, in Georgia. A raccontargliela è stato lo stesso ragazzo georgiano sottoposto a questa tortura, in cerca di rispetto, dignità, libertà. Una notizia che colpisce profondamente la sensibilità di ognuno di noi e in generale di tutti coloro i quali hanno rispetto della libera manifestazione del sè. Una notizia che fa accogliere con maggiore entusiasmo e soddisfazione la decisione della giunta Crocetta di abolire la pratica dell’elettroshock dalle cliniche e dagli ospedali siciliani.
“Ho incontrato il ragazzo – racconta Tomasino – in Ucraina nell’ambito di un progetto internazionale. Mi ha raccontato questa storia ed era chiaro che voleva che fosse utilizzata da esempio per non permettere che possa accadere ancora ad altri come lui”. “È una pratica – prosegue Tomasino – antiscientifica, crudele, contro i diritti umani e contro qualsiasi protocollo medico, per una condizione che non è una malattia, ma una normale variante del comportamento umano. In passato veniva praticata anche la lobotomia O, per le donne, la rimozione del clitoride. Adesso si pratica solo in alcuni contesti caratterizzati da forte omofobia e fanatismo in cui il rispetto per i diritti umani è un’utopia. Nel nostro paese, per fortuna, non è più praticata, anche se sopravvivono ancora pratiche fantasiose (e dannose), ‘terapie’ a pagamento o esorcismi”.
L’elettroshock, come terapia per particolari disturbi psichici, è ancora largamente praticato in Italia, nonostante la legge Basaglia del 1978. Il passaggio della corrente attraverso il cervello provoca immediatamente un intenso attacco compulsivo, identico ad un grave attacco di epilessia, che dura dai 10 ai 40 secondi. Al termine dell’applicazione, è necessario iniziare la respirazione artificiale del paziente mediante somministrazione di ossigeno, data la paralisi dei muscoli respiratori che perdura per qualche minuto. I pazienti restano in stato confusionale per minuti o per ore. Ai sostenitori della terapia elettrica, il famoso psichiatra soleva rispondere: “È come dare una botta ad una radio rotta: una volta su 10 riprende a funzionare, nove volte su 10 si ottengono danni peggiori. Ma anche in quella singola volta in cui la radio si aggiusta non sappiamo il perché”.