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Il governo Letta conquista la fiducia | Tiene la “nuova” maggioranza

Forza Italia ha scelto di stare all’opposizione ma il Governo del premier Enrico Letta – anche se probabilmente ne ha risentito un po’ sul piano della tenuta nervosa – si è “salvato” e ha dimostrato di potercela fare. La fiducia sulla legge di Stabilità è stata archiviata ma da questa notte le larghe intese sono un po’ meno larghe, anche se forse un po’ più solide. Gli uomini del vicepremier Angelino Alfano sono stati infatti liberati dal vincolo del rispetto dei desideri del Cavaliere e potranno, a seconda dei punti di vista, scendere più o meno a patti con il resto della maggioranza (leggi Pd) per affrontare le sfide che si presenteranno.

Certo,  per l’esecutivo guidato da Enrico Letta aumentano a questo punto anche le responsabilità. Sarà più difficile, adesso, glissare sui temi parlamentari di estrema importanza e urgenza che da mesi – per una ragione o per l’altra – vengono accantonati: è il caso, ad esempio, dei grandi nodi legislativi (la riforma della legge elettorale per esempio) o delle grandi riforme (come quella della Magistratura).

Letta, comunque, così come il grande “regista” Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica, sa bene però che ci sono ancora due ostacoli da superare: il voto per la decadenza dalla carica di senatore di Silvio Berlusconi e le primarie del Partito democratico.

Nel primo caso, il premier dovrà fare buon viso a cattivo gioco di fronte agli attacchi, formali quantomeno, che gli arriveranno dagli alleati alfaniani. Nonostante la scissione, infatti, i rappresentanti del Nuovo Centrodestra di Alfano non potranno fare a meno, nell’ottica della coalizione che li lega ai “cugini” di Forza Italia, di continuare a ribadire che “il voto per la decadenza è stato un atto sbagliato, un falso problema, un attacco ingiustificato” del Pd nei confronti del Cavaliere che, comunque, tra qualche settimana, per effetto della applicazione della sentenza di condanna, sarebbe stato inibito in ogni caso dai pubblici uffici.

Sul versante del centrosinistra, invece, mentre si profila la vittoria di Matteo Renzi, sindaco di Firenze, alle prossime primarie dell’8 dicembre, cresce la tensione tra il candidato e il primo ministro. Renzi è da tempo, infatti, uno dei più accesi contestatori delle scelte fatte dal suo partito nell’ambito delle cosiddette larghe intese (l’attuale segretario Guglielmo Epifani non è da meno, come hanno dimostrato le dichiarazioni rilasciate in occasione della mozione di sfiducia al ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri) e, vincendo la competizione e conquistando la guida del partito, potrebbe dettare nuove regole ai “suoi” uomini nel Consiglio dei ministri, condizionando i “buoni rapporti” con gli esponenti del centrodestra. A quel punto Letta non potrebbe fare altro che seguire le indicazioni, rischiando che in una nuova questione di fiducia il Parlamento gli voti contro. E tutti alle urne.

LEGGI COSA PREVEDE LA LEGGE DI STABILITÀ

Maria Teresa Camarda

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Maria Teresa Camarda
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