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Scaramanzie e riti di Capodanno: cosa fare e cosa evitare l’ultimo giorno dell’anno

Solitamente questo periodo è caratterizzato da liste di buoni propositi per l’anno nuovo, di promesse che dureranno al massimo fino a febbraio, di scadenze che non possono essere rimandate. Ma la verità è che siamo dei veri e propri professionisti quando si tratta di dimenticarci di magiare meno, di iscriverci in palestra, di passare meno tempo su Facebook e di smettere di fumare e di giocare a Candy Crush.

Ma si sa Capodanno è bello anche per questo. Per pensare che dall’anno prossimo qualcosa potrebbe cambiare. L’attesa della mezzanotte è in realtà l’attesa di una speranza, di un desiderio, di un sogno. E che l’anno nuovo possa portare solo belle notizie.

Per questo motivo l’ultima sera dell’anno è un tripudio di superstizioni e riti scaramantici. Cominciamo con la scelta dell’abbigliamento: non può mancare l’intimo rosso, preferibilmente nuovo. Attenzione anche a quando si apparecchia la tavola: bisogna apparecchiare un posto in più per il nuovo anno che arriva. Anche se non sarete a casa vostra, aggiungete comunque un posto a tavola.

Dato il periodo di crisi, a tavola non possono mancare le lenticchie: secondo la tradizioni porterebbero soldi. Anche la frutta secca simboleggia prosperità, quindi sotto a mangiare anche noci, nocciole, arachidi, zibibbo, mandorle, fichi, datteri.

Attenzione ai dodici rintocchi della mezzanotte: per ognuno bisognerà mangiare un chicco d’uva. E poi via con le bollicina. Il rumore che lo spumante fa quando viene stappato si dice che serva a scacciare il malocchio. In più nel bicchiere con il quale si brinda si deve inserire una cosa d’oro: un anello, un braccialetto o una collana. In fondo, sempre per lo stesso motivo (o speranza!).

Vietato prestare soldi o mettersi a piangere: si sa, chi fa qualcosa a Capodanno poi la fa tutto l’anno.

In qualunque modo decidiate di passarlo, e qualunque siano i vostri propositi e le vostre usanze, l’augurio è che possa essere un 2014 strepitoso!

Azzurra Sichera

Chi mi conosce ha smesso di comprarmi pigiami e mi regala libri; detesto avere gli occhiali sempre sporchi; soffro di dipendenza da carboidrati; amo e odio la mia città, Palermo, così come non sopporto gli stereotipi sulla Sicilia e i siciliani; la prima cosa che faccio quando inizio un libro è leggere i ringraziamenti; amo le tazze e colleziono "L'apologia di Socrate" di Platone in tutte le lingue.

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