Turismo, gli albergatori eoliani contro la tassa di soggiorno

di Redazione

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Turismo, gli albergatori eoliani contro la tassa di soggiorno

| martedì 07 Gennaio 2014 - 12:21

A fine dicembre 2013 il numero dei Comuni italiani che avevano introdotto l’imposta di soggiorno – o la tassa di sbarco – ha raggiunto quota 500: il Comune numero 500 è stato Siracusa. Un numero consistente – osserva l’Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno, che ha fornito, in uno studio, tutti i numeri – la cui concentrazione si ha soprattutto in due regioni: la Toscana (con 103 Comuni) ed il Piemonte (con 98 Comuni) e che, al contrario, non ha coinvolto, almeno per il 2013, nessuna località del Trentino Alto Adige né del Friuli Venezia Giulia.

Gli albergatori eoliani sono contrari alla paventata tassa di soggiorno. Dopo l’esclusione dal decreto Milleproroghe della modifica di legge che avrebbe consentito di aumentare la tassa di sbarco fino ad un massimo di cinque a Lipari, per far quadrare il bilancio, già si pensa all’istituzione della tassa di soggiorno. Gli albergatori dopo una riunione hanno espresso tutta la loro apprensione ed incredulità per un fantasma che pensavano di avere ormai scacciato: “Una tassa iniqua, quella di soggiorno – dice il presidente degli albergatori Christian Del Bono – che alle Eolie premierebbe il ‘mordi e fuggi’ a discapito dei flussi turistici. Una tassa, quindi, che aumenterebbe il gap tra chi registra tutte le proprie presenze ed un sommerso che da anni imperversa quasi indisturbato, facendo concorrenza sleale a chi annaspa tra tasse, tributi e costi in costante lievitazione continuando a lavorare onestamente”.

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