Il tasso di interesse di riferimento è stato lasciato al minimo storico allo 0,25 per cento. La Banca Centrale Europea ha quindi lasciato invariato il costo del denaro, ma la decisione era già attesa dal mercato. Sono stati lasciati invariati anche il tasso marginale allo 0,75 per cento, mentre quello sui depositi è mantenuto a zero. Il presidente della Bce, Mario Draghi, avverte “L’Eurozona sperimenterà un prolungato periodo di bassa inflazione”, ed ha inoltre aggiunto che a questo periodo di bassi prezzi seguirà “un graduale movimento verso un’inflazione appena sotto il 2 per cento”.
Per gli analisti era prevedibile che Mario Draghi portasse rassicurazioni sulle intenzioni della Bce di intervenire nell’eventualità in cui l’inflazione resti troppo a lungo sotto l’1 per cento, oppure se si dovessero irrigidire le situazioni si finanziamento delle imprese e delle famiglie. “Siamo pronti a nuove decise azioni se necessarie – aggiunge Draghi parlando di politica monetaria e avverte – Ma per il 2014 e il 2015 la ripresa dell’Eurozona sarà debole”.
Per Draghi è ancora prematuro dichiarare una vittoria contro la crisi. “La ripresa c’è ma è debole – spiega il presidente – modesta e fragile. Ci sono diversi rischi di carattere finanziario, economico, geopolitico e politico che possono minarla”. Ancora il presidente Draghi spiega come nel 2014-2015 l’economia dell’Eurozona “dovrebbe riprendersi ad un ritmo lento”, sopratutto, secondo i dati dell’Eurotower, grazie al sostegno mantenuto dalla domanda interna sostenuta dalle politiche di rafforzamento delle esportazioni.
I mercati hanno reagito comunque positivamente alla decisione della Banca Centrale Europea mantenendo positivo l’andamento di tutte le piazze europee. Da Piazza Affari a Madrid le principali borse europee hanno visto una mattina positiva, ma anche i futures su Wall Street hanno visto un andamento positivo.
