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Catania, blitz al “mercato della droga”: 47 persone in manette/VIDEO | Secondo la Dda gli spacciatori agivano per conto della mafia /FOTO

Maxi operazione antidroga a Catania. I carabinieri del comando provinciale hanno sgominato la banda di spacciatori della zona di via Capo Passero, nella zona di San Giovanni Galermo, nella periferia nordovest del capoluogo etneo. Le persone arrestate nell’operazione “Leo 121”, dal nome di un cane randagio che controllava l’ingresso di una casa ma che era anche l’allarme in codice per gli spacciatori, sono 47 (sette sono ancora ricercati) e tra di loro ci sarebbero anche alcuni minorenni. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono di associazione a delinquere, traffico di cocaina e marijuana aggravato dall’avere favorito la mafia catanese.

Secondo la Direzione distrettuale antimafia della Procura di Catania, gli spacciatori agivano per conto di un gruppo mafioso, probabilmente riconducibile a quello dei Nizza, contrapposto, per il controllo della gestione del traffico di droga, a quello dei Mirabile; gruppi entrambi, peraltro, formalmente inseriti nel clan Santapaola.

Centro e base logistica dell’organizzazione e dell’attività di spaccio è risultata essere via Capo Passero; in particolare, nei pressi del numero civico 121 gli indagati avevano creato una redditizia “piazza di spaccio”, grazie anche alla singolare topografia del territorio. La via Capo Passero si estende, infatti, tra due file di palazzine ininterrotte, l’una di fronte all’altra, della lunghezza di oltre 750 metri con una molteplicità di vie di fuga e di possibili luoghi di occultamento di qualsiasi oggetto o sostanza.

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Nel corso dell’indagine, supportata da intercettazioni video, telefoniche ed ambientali, sono state documentate le dinamiche criminali che regolavano le condotte illecite del gruppo, con particolare riferimento alla metodica organizzazione della “piazza”, all’amministrazione della “cassa comune”, alle procedure di approvvigionamento e cessione degli stupefacenti, a quelle di controllo e “bonifica” del territorio, oltre che di “reclutamento” per lo spaccio, alle modalità dei turni di vendita al dettaglio, regolate da responsabili di settore suddivisi in fasce orarie, a loro volta coordinati da soggetti di vertice, nonché il collegamento con la criminalità di stampo mafioso. Il sodalizio realizzava proventi giornalieri che superavano anche i 20 mila euro.

In questo contesto, per i contrasti tra i clan dei Nizza e dei Mirabile, sarebbe maturato l’assassinio di Alessandro Ponzo, 26 anni, ucciso il 5 maggio del 2012, ritenuto il responsabile della ‘piazza’. Nonostante la sua giovane età i suoi funerali furono quelli per un “piccolo re”, come scritto in un manifesto. Per lutto dal giorno dell’omicidio a quello delle esequie lo spaccio di droga fu sospeso. Il delitto non è trattato in questa inchiesta, ma in un altro fascicolo con indagini delegate alla squadra mobile.

Contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti restrittivi, sono stati sequestrati anche sei autovetture e quattro scooter di grossa cilindrata in uso agli indagati e utilizzati per compiere le attività delittuose.

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Maria Teresa Camarda

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Maria Teresa Camarda
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