Categorie: Cronaca

Omicidio Meredith, arriva la sentenza | Amanda e Raffaele sono colpevoli

Amanda e Raffaele sono colpevoli. Alessandro Mencini, il presidente della corte, legge la sentenza dopo più di 11 ore di camera di consiglio: Amanda è condannata a 28 anni e 6 mesi; 25 anni invece per Raffaele Sollecito a cui sarà negata la possibilità di espatriare, mediante il ritiro del passaporto.

La Corte d’Assise d’Appello di Firenze cancella l’assoluzione del secondo grado, e per Amanda Knox decide una condanna ancora più pesante del primo grado. Ma questo lunghissimo processo, più volte definito “mediatico” non è ancora finito. Si andrà nuovamente in Cassazione per valutare questo appello bis. Nel frattempo Raffaele, anche se non potrà uscire dal paese non andrà in carcere, mentre Amanda Knox è “legittimamente” residente in America.

“Questa sentenza non reggerà fino alla fine è solo un passaggio” queste le prime parole dell’avocato Giulia Bongiorno. “Raffaele non è un fuggiasco. Questo non è un verdetto finale, noi impugneremo”.

“Questo è un processo in cui ci sono delle prove a favore degli imputati”, continua il difensore di Sollecito. “Si da il conto delle voci dei testimoni e non alle prove. Io non parlo di accanimento quando c’è una sentenza perché le rispetto. Parlo di errori, bisogna correggerli e noi lo faremo”.

La notizia della sentenza è rimbalzata su tutti i siti internet, anche quelli della stampa estera (GUARDA I TITOLI). Raffaele Solletico ha appreso della sentenza di condanna dalla Tv ed è apparso “annichilito”. Lo ha detto l’avvocato Luca Maori, uno dei suo difensori. Il giovane “è rimasto senza parole”.

Tanta amarezza invece da parte di Luciano Ghirga, l’avvocato difensore di Amanda. “Siamo contenti di aver sentito che Amanda ‘legittimamente’ è in America. Siamo contenti di aver sentito almeno questa parola. Siamo pronti per una nuova battaglia”.

“Sono spaventata e rattristata da questo verdetto ingiusto”. Questo il primo commento di Amanda Knox, 26 anni, dalla sua casa di Seattle dopo la conferma della condanna per l’omicidio nel 2007 a Perugia della britannica Meredith Kercher. “Mi aspettavo di meglio dal sistema giudiziario italiano. La mia famiglia ed io abbia sofferto moltissimo da questa ingiusta persecuzione”.

Amanda ha accusato gli inquirenti e la procura di “intransigenza e fanatismo, pregiudizio e ristrettezza mentale, mancanza di volontà di ammettere errori, l’affidarsi a testimone e prove inaffidabili ed una teoria accusatoria inconsistente e non confortata da prove”.

Non hanno esultato come se si trattasse di una vittoria ma la sorella di Meredith Kercher, Stephanie, ed il fratello Lyle, presenti in aula a Firenze. Hanno commentato il verdetto sostenendo che “non importa quale sia stata la sentenza perché non c’è comunque nulla da festeggiare, ma probabilmente (questa) è la cosa migliore che ci saremmo mai potuto aspettare”. Il legale della famiglia Kercher, Francesco Maresca, si dichiara soddisfatto della sentenza. “La giustizia è stata fatta, sulle misure cautelari ci sarà tempo per applicarle. Penso che la giustizia italiana abbia dimostrato che applicando il diritto si può arrivare alla verità”.

Una lunga giornata che dopo una serie di rinvii è arrivata a una sentenza che non è una conclusione. Sul delitto di Perugia ancora non è possibile mettere la parola fine.

Azzurra Sichera

Chi mi conosce ha smesso di comprarmi pigiami e mi regala libri; detesto avere gli occhiali sempre sporchi; soffro di dipendenza da carboidrati; amo e odio la mia città, Palermo, così come non sopporto gli stereotipi sulla Sicilia e i siciliani; la prima cosa che faccio quando inizio un libro è leggere i ringraziamenti; amo le tazze e colleziono "L'apologia di Socrate" di Platone in tutte le lingue.

Condividi
Pubblicato da
Azzurra Sichera
Tags: caso meredith kerchercondanna amanda knoxcondanna processo meredith kerchercondannata amanda a 28 annicondannati amanda e raffaelecondannati amanda e raffaele 30 gennaiocondannato raffaele a 25 anniGiulia Bongiornoomicidio meredithprocesso meredithraffaele sollecitosentenza meredith kercher