Masterchef, la cucina diventa cattiveria: lo show costruito a regola d’arte

di Alessia Bellomo

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Masterchef, la cucina diventa cattiveria: lo show costruito a regola d’arte

| venerdì 21 Febbraio 2014 - 10:37

Durante le prime puntate della terza edizione di Masterchef Italia l’impressione era quella di una stagione tutta nuova dello show tv culinario di Sky Uno che tiene gli amanti del cibo incollati alla tv. Concorrenti nuovi, agguerriti, prove sempre più “estreme”, giudici sempre più cattivi. Ma più il talent andava avanti più qualcosa non quadrava: a partire dalle reazioni sempre più “violente” di quello che era considerato il giudice “buono”, Bruno Barbieri.

La cucina è tutto fuorché protagonista di questa stagione: è evidente da tante piccole cose. Le prove esterne sempre più in grande, scomodando ad esempio i dipendenti della centrale Enel (sponsor del programma) o gli ospiti di un esclusivissimo club di polo. Va bene, ci sono state anche le prove in strada, con  il fritto napoletano e le cucine tipiche dall’asiatico al tex-mex, ma stavolta Bastianich, Cracco e Barbieri sembrano volerci dire: “L’alta cucina è per l’alta borghesia”.

Il tutto condito da una cattiveria dei concorrenti inaudita: la neo-eliminata Eleonora, ha trascorso il suo soggiorno nella cucina di Masterchef insultando gli altri concorrenti; la sua acerrima nemica Beatrice al momento di uscire dagli studi ha minacciato l’odiatissima Rachida “Allah ti sta guardando”; la presenza di Rachida quasi fino alla semifinale (lei che ha provato a presentare come piatto “prosciutto e melone”); i battibecchi tra Enrica e Federico, ancora in gara, e Almo, diventato improvvisamente il re della strategia.

Insomma sembra difficile trovare qualcosa di genuino nella terza edizione di Masterchef ma il successo dello show culinario continua. Perchè è un mondo creato ad arte, come qualsiasi programma televisivo, che riesce a conquistare un pubblico sempre più grande spinto dalle tendenze e dal mondo della pubblicità. Ma non ha niente a che fare con le prime edizioni, dove il cibo era un po’ più protagonista.

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