Sbarramento, parità di genere e liste civetta| SC non molla: “Al Senato si riapre la partita”

di Elena Di Dio

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Sbarramento, parità di genere e liste civetta| SC non molla: “Al Senato si riapre la partita”

| giovedì 06 Marzo 2014 - 18:57

Due giorni fa, quando la discussione sull’Italicum a Montecitorio stava per partire, Renato Balduzzi, deputato di Scelta Civica, ex ministro della Salute e capogruppo di Sc in commissione Affari costituzionali, aveva chiesto un vertice di maggioranza per ri-discutere i punti critici della legge. Un appello che arrivava proprio mentre gli emissari di Matteo Renzi e quelli di Silvio Berlusconi concordavano sull’applicazione della nuova legge elettorale alla sola Camera dei Deputati, come se il Senato fosse già abolito. Un salto in avanti nelle trattative fra Pd e FI che evidentemente convinceva poco gli altri partiti della coalizione che reggono il governo dell’ex sindaco di Firenze.

Oggi, dopo che buona parte degli emendamenti presentati da Scelta Civica sono stati ritirati e alcuni già bocciati dall’aula di Montecitorio, l’incontro c’è stato. Balduzzi, insieme al capogruppo alla Camera, Andrea Romano ha incontrato il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi ribadendo la necessità che “sugli emendamenti che noi giudichiamo qualificanti e che abbiamo mantenuto per il dibattito in aula ci sia una convergenza del governo”.

L’accordo di massima con il governo, quindi, c’è. Dice ancora Balduzzi a Si24.it: “Abbiamo verificato con il ministro Boschi la legittimità dei contenuti offerti dalle nostre proposte di correzione al testo insieme alla sottolineatura che da parte del Governo non vi sarà ostacolo a che nel corso della discussione al Senato i gruppi di maggioranza e di opposizione possano autonomamente accordarsi per modificare punti qualificanti della legge”.

Oggi uno dei suoi emendamenti sulle liste civetta è stato bocciato: prevedeva che le percentuali inferiori all’1% di quelle liste cosiddette civetta non fossero attribuite alla coalizione.

“Sì, è stato bocciato anche se è ancora in discussione un altro emendamento sullo stesso tema. Ma i termini di mediazione qui alla Camera è ormai evidente che sono risicati. Ed è ragionevole pensare che anche gli altri emendamenti qualificanti da noi presentati e sulla cui validità insistiamo saranno ugualmente bocciati. Ne riparleremo al Senato”.

Quali sono le correzioni qualificanti a cui Scelta Civica non intende rinunciare?

La parità di genere, la delega al governo per la definizione dei collegi elettorali su cui il comitato dei nove sta studiando l’ampiezza della delega, le soglie di sbarramento che noi individuiamo in 38% per la coalizione, 3% per i partiti endocoalizzabili, e l’8% per quelli che corrono da soli. Tutte correzioni di sistema. Non si tratta di battaglie di campanile e lo dimostra il fatto che a fronte di un gruppo parlamentare composto da 27 deputati com’è Scelta civica il nostro emendamento sulle liste civetta, seppure bocciato, ha ottenuto 240 voti a favore, vuol dire una condivisione ampia nel merito”.

L’emendamento sulla parità di genere appare uno scoglio insuperabile. Qual è il motivo secondo lei perché l’obbligo di legge che prevede una pari composizione nelle liste delle rappresentanze femminili è stato accantonato dalla discussione?

“Evidentemente c’è una parte dei sostenitori dell’Italicum che vuole usare questo argomento per altri fini. La discussione su questo tema, sostanzialmente è aperta fra Pd e FI e non ha impegnato nei giorni scorsi le altre forze della coalizione in un confronto più ampio”.

Il Pd, comunque, sostiene che a prescindere dall’obbligo di legge i Democratici, come già fecero per le elezioni politiche, garantiranno la parità di rappresentanza nella composizione delle liste. Come Scelta Civica immagina che possiate scegliere lo stesso percorso?

“Noi riteniamo che la regola che abbiamo proposto sia seria e saggia in linea il modello che si è dato il governo che non ha certo bisogno di una legge per garantire la rappresentanza di genere. L’aiuto della legge però è importante”.

Al Senato dunque, si ridiscuteranno gli emendamenti qualificanti di Scelta Civica con l’apertura dichiarata dal governo. E’ ipotizzabile secondo lei, che se il voto della Camera alta dovesse bocciare ancora una volta le vostre proposte di modifica, Scelta Civica voti contro l’Italicum?

“Questo lo valuteremo quando il percorso parlamentare sarà compiuto con l’esame al Senato e con la seconda lettura alla Camera. Certo sarebbe un bel problema votare una legge che esclude tutte le correzioni che servono a renderla una buona legge oltre al fatto che devono essere risolti alcune criticità che rischiano di far incappare il testo nelle maglie dell’incostituzionalità che potrebbe rilevare già il capo dello Stato o la stessa Consulta dopo. Scelta civica comunque è un partito responsabile, non vota no. Cerca di stare dentro la coalizione in modo serio e responsabile ma la legge elettorale è un’altra cosa. D’altronde il testo è frutto di una mediazione fra il partito di maggioranza della coalizione e quello più importante dell’opposizione. Non è nato all’interno della maggioranza e pensare di non poterlo mettere in discussione non è nemmeno ragionevole”.

Nei corridoi di Montecitorio, comunque, la voce che circola con insistenza è che l’emendamento sulla parità di genere possa alla fine passare con uno scambio fra Forza Italia e il Pd. Sul tavolo c’è l’approvazione del cosiddetto emendamento salva Lega che consentirebbe al partito di Salvini di bypassare le soglie di sbarramento conteggiando per i leghisti i risultati ottenuti in almeno tre regioni, quelle del Nord dove le camicie verdi sono radicate.

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