Il Papa con i parenti delle vittime di mafia | L’appello ai mafiosi: “Cambiate vita” /FOTO

di Redazione

» Cronaca » Il Papa con i parenti delle vittime di mafia | L’appello ai mafiosi: “Cambiate vita” /FOTO

Il Papa con i parenti delle vittime di mafia | L’appello ai mafiosi: “Cambiate vita” /FOTO

| venerdì 21 Marzo 2014 - 16:40

Maria Falcone, i parenti di don Peppino Puglisi, quelli di don Giuseppe Diana sono tra i circa mille familiari delle vittime di mafia che partecipano questo pomeriggio alla veglia con Papa Francesco nella chiesa romana di San Gregorio VII. Papa Francesco, accolto dagli applausi della folla, è arrivato alla chiesa di San Gregorio VII  e appena sceso ha abbracciato calorosamente don Luigi Ciotti, presidente della Fondazione Libera che promuove l’incontro con i familiari delle vittime di mafia. Il Papa ha salutato alcuni dei fedeli presenti dinanzi alla chiesa, poi è entrato all’interno tenendosi mano nella mano con don Ciotti.

“Per favore cambiate vita, convertitevi, smettete di fare del male!” Ha detto Papa Francesco, rivolgendosi “agli uomini e alle donne mafiosi” durante la veglia. “Sento che non posso finire senza dire una parola ai grandi assenti oggi – ha proseguito -, ai protagonisti assenti, agli uomini e alle donne mafiosi: Per favore cambiate vita, convertitevi, fermatevi di fare il male”.

Il Papa ha così ribadito l’appello che fece Giovanni Paolo II nel 1993 nella Valle dei Templi, ad Agrigento. “Convertitevi – ha proseguito con voce sommessa ma ferma -. Lo chiedo in ginocchio, è per il vostro bene. Questa vita che vivete adesso non vi darà piacere, non vi darà gioia, non vi darà felicità. Il desiderio che sento è di condividere con voi una speranza, ed è questa: che il senso di responsabilità piano piano vinca sulla corruzione, in ogni parte del mondo”.

“Voglio esprimere solidarietà a quanti tra voi hanno perso una persona cara – continua Papa Bergoglio -, vittima della violenza mafiosa: grazie della vostra testimonianza, perché non vi siete chiusi, ma vi siete aperti, siete usciti per raccontare la vostra storia di dolore e di speranza. Questo è tanto importante, specialmente per i giovani”.

Il saluto al Pontefice a nome dei familiari delle vittime di mafia è stato pronunciato da Stefania Grasso, figlia di Vincenzo Grasso, l’imprenditore di Locri (Reggio Calabria) assassinato dalla ‘ndrangheta il 20 marzo 1989 per le sue denunce contro le richieste estorsive. “Santo padre oggi è il 21 marzo, è il primo giorno di Primavera, oggi noi familiari, vittime innocenti delle mafie ricordiamo e celebriamo tutti i nostri cari, oggi siamo qui con il nostro passato, il nostro futuro con il nostro presente. Ci guardi Santo Padre, guardi ognuno di noi e legga nei nostri occhi il dolore, guardi nel nostro volto i segni della loro assenza, della nostra voglia di vivere”.

“E questo – ha proseguito il Pontefice nella sua riflessione – deve partire da dentro, dalle coscienze, in modo da risanare i comportamenti, le relazioni, le scelte, il tessuto sociale, così che la giustizia guadagni spazio, si allarghi, si radichi e prenda il posto dell’inequità. Su di voi sentite fortemente questa speranza e voglio condividerla con voi, dirvi che vi sarò vicino anche questa notte e domani a Latina: vicino a voi in questo cammino che richiede speranza, tenacia e perseveranza”.

“Per me che sono cattolica osservante, chiaramente, l’incontro con il Papa rappresenta un momento di riflessione importante, un momento che mi porta a far sì che, secondo la nostra religione, il dolore subito non si tramuti in odio ma in voglia di riscatto”. Così Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone ucciso dalla mafia il 23 maggio del 1992 a Capaci con la moglie e gli uomini della scorta, commenta alla Radio Vaticana la sua partecipazione alla veglia di questo pomeriggio di Papa Francesco con i familiari delle vittime delle mafie.

“È una giornata per tutti noi molto importante come lo sarà anche quella di Latina e in cui come parenti delle vittime di mafia daremo tutti insieme la nostra testimonianza. Ciò che chiediamo sono verità, giustizia e la solidarietà nazionale”. Ha spiegato Flora Agostino, di Palermo, che quando aveva 18 anni perse il fratello maggiore Antonio, ucciso dalla mafia insieme alla moglie diciannovenne. Alla domanda se la figura di Papa Francesco aiuterà le vittime di mafia, la donna ha replicato: “Sì, spiritualmente e moralmente tantissimo, quando abbiamo saputo che ci avrebbe incontrato la maggior parte di noi familiari ha pianto. Papa Francesco è uno di noi, diciamolo, è una cosa stupenda”. “L’impulso che ci aspettiamo che Bergoglio dia – ha aggiunto- è che l’intero Paese prenda coscienza delle mafie, una coscienza che i familiari tengono in gran voce”.

Nel suo discorso don Luigi Ciotti, presidente di Libera, ha fatto appello alla politica affinché “sia un servizio per il bene comune”, e a proposito dei provvedimenti antimafia, ha sottolineato che “occorre rafforzare la confisca”. Il sacerdote ha ricordato anche i magistrati più esposti, “un nome per tutti Nino Di Matteo”, e ha sollecitato a “non lasciare soli i cittadini onesti, i giornalisti, chi si è ribellato al racket: tutti – ha affermato -. non si può esser cittadini a intermittenza, come ci dice il Papa non si può essere cristiani da salotto”. “Quei proiettili, quei tritoli che hanno ucciso i vostri cari – ha osservato – sono stati esplosi anche contro di noi”. “Opponiamo un grido di dolore, opponiamo la parola della vita”, ha aggiunto.

GUARDA LE IMMAGINI DELL’INCONTRO

Edizioni Si24 s.r.l.
Aut. del tribunale di Palermo n.20 del 27/11/2013
Direttore responsabile: Maria Pia Ferlazzo
Editore: Edizioni Si24 s.r.l.
P.I. n. 06398130820