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Riforma della P.A., la Madia incontra i sindacati | Le nuove misure: “Organizzazione e innovazione”

Trapelano le prime indiscrezioni sulla bozza di riforma della Pubblica Amministrazione che sarà in discussione domani al Consiglio dei ministri. Da quanto emerso le novità elaborate dal ministro al ramo Marianna Madia vanno dalla mobilità obbligatoria, al blocco degli incarichi dirigenziali per chi è già andato in pensione fino ai tagli dei permessi sindacali. Novità che senza dubbio terranno acceso il dibattito fino all’approvazione.

La bozza presentata ieri oggi è stata illustrata dal ministro Madia ai sindacati: saranno tre i pilastri su cui si fonda il testo, “organizzazione, innovazione, persone”. La parola d’ordine è sperimentare: la Madia ha parlato di telelavoro, forme di co-working e smart-working.

E la Madia vuole evitare gli esuberi, puntando soprattutto sulla mobilità: “Non abbiamo mai parlato di 100 km, ma la mobilità è necessaria per evitare esuberi e rispettare i lavoratori”.

In particolare,  sono queste alcune delle nuove misure contenute nella bozza di riforma, punto per punto:

Le amministrazioni sono tenute a informare i sindacati in caso di riorganizzazioni di uffici che prevedano esuberi. Trascorsi 30 giorni, in assenza di criteri condivisi per la gestione della mobilità, la Pubblica procede alla risoluzione unilaterale dei rapporti di lavoro di chi è pensionabile entro due anni.

I  permessi sindacali sono ridotti del 50% per ogni sigla di rappresentanza. Il provvedimento ha effetto dal 1 agosto 2014.

I dipendenti pubblici potranno essere spostati senza assenso in un posto di lavoro diverso entro cento chilometri.

Le pubbliche amministrazioni non potranno dare a “soggetti collocati in quiescenza”, ovvero in pensione, incarichi dirigenziali o cariche in organi delle amministrazioni.

I dipendenti pubblici in mobilità possono presentare richiesta di ricollocazione “in via subordinata, in una qualifica o in posizione economica inferiore”, per aumentare le opportunità di ricollocazione.

Riparte il turn over nella Pubblica amministrazione. Sarà calcolato in base alla spesa: fino al 20% di quella relativa al personale di ruolo non più in servizio nell’anno precedente. La quota sale fino al 100% nel 2018.

Limitazioni al rinnovo degli incarichi per i componenti di tutte le Autorità indipendenti. I membri delle Authority in particolare, “non possono essere nuovamente nominati componenti di una autorità indipendente, a pena decadenza, per un periodo pari alla durata legale dell’incarico precedentemente ricoperto”. In merito ai dirigenti di Bankitalia, della Consob e per l’Ivass, “nei tre anni successivi alla cessazione dell’incarico non possono intrattenere, direttamente o indirettamente, rapporti di collaborazione consulenza o impiego con soggetti pubblici e privati operanti nei settori di competenza”.

Giro di vite sugli appalti pubblici. Nel caso della verifica della mancanza dei requisiti necessari per partecipare alla gara l’Autorità di vigilanza dei contratti pubblici, oltre all’esclusione del concorrente dalla gara e l’escussione della cauzione “dispone la sospensione da uno a tre anni dalla partecipazione” alle gare pubbliche. La bozza del dl di riforma precisa che queste misure si applicano solo ai bandi di gara “pubblicati successivamente alla data di conversione in legge» del decreto (fatti salvi Expo e Mose).

 Non sarà infine possibile restare nella Pa dopo l’età di pensionamento oltre il 31 ottobrem “fatti salvi” quelli in essere “fino al 31 ottobre 2014”.

Stefania Brusca

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Stefania Brusca
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