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Yara, Bossetti si sfoga: “Non sono un assassino” | Dal Dna del padre al cellulare: tutti gli indizi

”Sono totalmente estraneo”. Si è concluso l’interrogatorio in carcere per la convalida del fermo di Giuseppe Bossetti, l’uomo di 44 anni fermato per l’omicidio di Yara Gambirasio. Il gip Ezia Maccora e il pm Francesca Ruggeri hanno lasciato il carcere.

L’indagato, secondo quanto ha riferito il suo legale Silvia Gazzetti, avrebbe detto al gip che nel tardo pomeriggio del 26 novembre 2010, quando la tredicenne scomparve, si trovava a casa. Il muratore bergamasco ”ha risposto a tutte le domande” che gli sono state poste, ha aggiunto l’avvocato.

Bossetti ha detto di non riuscire a spiegarsi per quale ragione il suo Dna, come sostiene l’accusa, sia stato trovato sul corpo della ragazza dopo il ritrovamento nel campo di Chignolo d’Isola il 26 febbraio 2011. E ha spiegato che il suo telefono cellulare era inattivo dal tardo pomeriggio del 26 novembre 2010 alla mattina successiva perché scarico. La Procura gli contesta, infatti, che il suo cellulare aveva agganciato la cella di Mapello, a cui si era agganciato anche il telefono di Yara Gambirasio, ed era poi rimasto inattivo, senza ricevere o fare comunicazioni, fino alla mattina dopo alle 7:30.

Pare inoltre che Bossetti avrebbe appreso solo stamani di essere figlio illegittimo del padre che lo ha cresciuto e questo lo ha ”sconvolto”, ha riferito il legale. Il giudice, infatti, aveva chiesto ulteriori approfondimenti prima di incontrare il muratore di Mapello. Volendo infatti fugare ogni dubbio aveva chiesto un prelievo del Dna di Giovanni Bossetti, il padre legittimo di Bossetti. La comparazione ha confermato quanto emerso dalle indagini: il presunto assassino non è il figlio di Giovanni Bossetti ma di Giuseppe Guerinoni, l’autista di autobus di Gorno morto nel 1999 che negli anni ’60 aveva avuto una relazione clandestina con la madre di Bossetti.

>CHI È GIUSEPPE BOSSETTI

Il dato è stato fondamentale per le indagini: il profilo genetico di Guerinoni era molto simile a quello della traccia trovata sui leggins di Yara. Era sicuramente il padre dell’assassino, ma l’esame fatto sui figli non aveva dato riscontri. Guerinoni doveva dunque aver avuto un figlio illegittimo. Questo incastrerebbe Bossetti.

Quattro gli indizi  più gravi a suo carico: il Dna di Bossetti che combacia con le tracce trovate sui leggins di Yara; il cellulare di Bossetti che aggancia la cella dove si trova Yara al momento della scomparsa; la polvere nei polmoni di Yara simile a quella che si trova nei cantieri dove lavora Bossetti; la moglie di Bossetti che non ricorda dove si trovasse il marito la sera del 26 novembre 2010.

”Hanno voluto incastrarlo. Non è lui, ne sono sicura al cento per cento”: Laura Letizia Bossetti difende il fratello Massimo, accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio. ”Lo conosco meglio di chiunque altro. Siamo cresciuti insieme – ribadisce la donna – e so che non farebbe male a una mosca. È un bravo padre, un grande lavoratore”.

”Che io e mio fratello siamo figli illegittimi – aggiunge l’ho scoperto dai giornali”.

Il gip di Bergamo ha deciso che Massimo Giuseppe Bossetti deve rimanere in carcere, pur non convalidando il fermo dell’uomo. Lo ha spiegato il legale di Bossetti, Silvia Gazzetti. Il gip di Bergamo ha disposto la misura cautelare in carcere per Bossetti, ritenendo evidentemente sussistenti gli indizi di colpevolezza, ma non ha convalidato il provvedimento di fermo, giudicando che non esiste il pericolo di fuga su cui era basato.

Maria Teresa Camarda

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Maria Teresa Camarda
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