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Sollecito: “La sera del delitto ero a casa mia” | Una nuova versione sull’omicidio di Meredith

Raffaele Sollecito ha fornito una nuove versione per permettere la ricostruzione delle ore che sono trascorse prima dell’omicidio di Meredith. “La sera del delitto io ero a casa mia a Perugia. Niente altro è sicuro”. Così Raffaele Sollecito scarica di fatto Amanda Knox e tenta di dividere la sua vicenda processuale dalla ragazza statunitense. Gli avvocati stanno tentando di far riaprire il caso per una seconda volta.

Se fosse accolta la nuova tesi avanzata da Sollecito l’alibi di Amanda Knox verrebbe meno. Con il ricorso, già depositato in Cassazione per la sentenza di omicidio nell’appello bis celebrato a Firenze, gli avvocati di Raffaele Sollecito  hanno chiesto l’annullamento della condanna per lo studente condannato a 25 anni. Sollecito si è sempre dichiarato estraneo all’omicidio della ragazza britannica.

Sollecito cerca quindi di differenziare la sua posizione rispetto a quella di Amanda Knox. I legali, nella presentazione del ricorso, di Sollecito scrivono: “Sul coltello e sulla lama è stato trovato solo Dna di Amanda e non sono state repertare ed esaltate al luminol tracce miste Sollecito e Kercher all’interno della casa”.

“Che sta succedendo?”: Amanda Knox lo ha chiesto ai suoi difensori negli ultimi giorni dopo le notizie relative alle nuove dichiarazioni di Raffaele Sollecito. “Nulla di nuovo” la risposta dei due legali, gli avvocati Carlo Dalla Vedova e Luciano Ghirga. Secondo quest’ultimo “Sollecito ribadisce l’innocenza di Amanda”.

“Quanto scrivono i suoi difensori nel ricorso – aggiunge l’avvocato Ghirga – è già emerso nel dibattimento di Firenze. Noi continuiamo a difendere la Knox”.

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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