Legge elettorale, tra M5S e Pd è scontro | Salta l’incontro, Grillo: “Dittatura legale”

di Maria Teresa Camarda

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Legge elettorale, tra M5S e Pd è scontro | Salta l’incontro, Grillo: “Dittatura legale”

| lunedì 07 Luglio 2014 - 13:00

“Si sono rotti i telefoni tra Pd e M5S”. Dopo un tira e molla durato giorni il Pd ha definitivamente chiuso la porta in faccia ai grillini con cui avevano appuntamento questa settimana per proseguire nel confronto sulla legge elettoraleLuigi Di Maio (M5S) aveva annunciato: “Incontreremo il Pd lunedì alle 15”, ma Davide Faraone, della segreteria del Pd, aveva replicato: “L’incontro sarebbe inutile”.

Il niet definitivo era arrivato da Roberto Speranza, capogruppo del Partito democratico a Montecitorio: “Il Pd – spiega Speranza alla presidente Laura Boldrini – considera questo confronto molto serio ed importante per il dibattito democratico nel nostro Paese e per dare più forma al percorso delle riforme. Proprio per questo riteniamo imprescindibile che tale confronto possa svolgersi solo dopo che saranno pervenute formali risposte alle questioni indicate nei giorni scorsi dal Partito democratico”.

“Siamo rimasti esterrefatti per il comportamento che il Pd ha tenuto oggi. Se tra due cariche c’è un accordo – ha attaccato il vicepresidente del gruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, Luigi Di Maio – se l’incontro salta qualcuno deve prendersi la briga di comunicarlo ufficialmente. Che l’incontro fosse saltato lo abbiamo appreso soltanto dai comunicati stampa. Non c’è stata alcuna affidabilità, noi non parleremo più con nessun esponente del Pd, ma soltanto con il premier Matteo Renzi“.

“Quello che a noi dispiace è prima di tutto il fatto che si è persa un’occasione oggi, per gli italiani, per arrivare a punto concreto”, afferma Di Maio in conferenza stampa a Montecitorio. “Noi abbiamo le idee molto chiare, ma vediamo dall’altra parte molta confusione”, ha aggiunto.

“Ora – prosegue Di Maio – aspettiamo quali sono le reazioni dall’altra parte”, da parte del M5S, “non c’è nessuna volontà di far saltare questo tavolo”, conclude Luigi Di Maio. “Il nostro è stato un weekend di lavoro per cercare di mettere a punto la proposta”.

“È chiaro – risponde il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini – che neanche il Pd intende far saltare il tavolo, consapevole del fatto che l’urgenza delle riforme chiama tutti a lavorare con impegno e tempestività, confrontandoci con tutti”.

Alla fine arriva anche il commento di Matteo Renzi che twitta: “Io sono un ebetino, dice Beppe. Ma voi avete capito quali sono gli otto punto su cui il Movimento 5 Stelle è pronto a votare con noi?”. Poi continua: “Chiediamo un documento scritto per sapere se nel M5S prevale chi vuole costruire o solo chi urla”.

 

L’attacco di Beppe Grillo non tarda ad arrivare: “Si prende atto che Renzi, le cui palle sono sul tavolo di Verdini e Berlusconi, rifiuta con il M5S ogni confronto democratico e che l’Italia dovrà pagarne tutte le conseguenze”. In collegamento con La Cosa il leader del movimento 5 Stelle attacca: “Qui andiamo verso una dittatura di stampo legale”.

Dopo due ore sul blog però la linea cambia. Il Movimento 5 Stelle non vuole che la porta resti chiusa per sempre: “Per chi non ha capito, o non ha voluto capire, tra il mio intervento di oggi e la conferenza stampa di Di Maio e Toninelli non vi sono contraddizioni, le porte per una discussione sulla legge elettorale per il M5S sono sempre aperte, né mai le ha chiuse nonostante continue provocazioni”.

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