16.20 – Israele non vuole più raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza tramite negoziati con Hamas, ma piuttosto valutare la fine delle operazioni e un ritiro unilaterale.
16.00 – L’ala militare di Hamas ha affermato di ritenere che l’ufficiale israeliano disperso sia stato ucciso in un bombardamento israeliano. “Abbiamo perso i contatti – ha sostenuto in un comunicato ripreso dai media israeliani – con il gruppo di combattenti che ha preso parte all’imboscata e crediamo che siano stati tutti uccisi in un bombardamento. Supponendo che loro abbiano condotto il rapimento del soldato, riteniamo che anche lui sia stato ucciso nell’evento”.
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Settantadue ore di tregua all’improvviso sono diventati un vortice di violenza e di appelli internazionale: dopo appena due ore dal cessate il fuoco, Israele ha comunicato all’Onu di aver ripreso con i bombardamenti considerando la tregua finita. A scatenare la furia di Tel Aviv, il rapimento da parte di Hamas di un soldato israeliano, Haram Goldin, un ragazzo di 23 anni.
La risposta di Netanyahu e dei suoi è stata come sempre letale: bombardamenti a tappeto in tutta la striscia, un ospedale distrutto a Rafah, oltre cento morti in poche ore. La delicatissima trama della diplomazia, con statunitensi, egiziani, turchi e israeliani in affanno per trovare una soluzione, che doveva portare ad una pace effimera per concedere ai palestinesi di essere raggiunti dagli aiuti umanitari e che invece è durata appena due ore.
Adesso però gli appelli si concentrano sulla vita del soldato israeliano rapito: “Parlo a coloro che hanno ucciso due soldati e rapito un terzo soldato israeliano: devono rilasciarlo subito e senza condizioni”, ha tuonato il presidente Usa Barack Obama, aggiungendo: “Dobbiamo tutti moltiplicare gli sforzi per evitare vittime civili”.
Anche l’Onu chiede “il rilascio immediato e incondizionato del soldato israeliano”, tramite il segretario generale Ban Ki-moon che ha mostrato anche “profonda preoccupazione per la ripresa degli attacchi israeliani a Gaza”.
La diplomazia prova ancora a trovare una soluzione a una crisi che sembra insanabile: al Cairo in Egitto, è volato Matteo Renzi che incontrerà il presidente Abdal Fattah Al Sisi: si discuterà della proposta egiziana di mediazione per Gaza.