Tour di Matteo Renzi nel Mezzogiorno | “Tutta l’Eurozona è in stagnazione”

di Stefania Brusca

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Tour di Matteo Renzi nel Mezzogiorno | “Tutta l’Eurozona è in stagnazione”

| giovedì 14 Agosto 2014 - 13:42

Cominciato il ‘tour’ nel Mezzogiorno del premier Matteo Renzi  per puntare su occupazione e sviluppo. Dopo Napoli, il presidente del Consiglio visita anche Reggio Calabria, Gela e  Termini Imerese.

Il premier ha iniziato il suo intervento parlando della crescita che, a suo parere, “non si innesca abbassando i salari” e “facendo riforme che dovrebbero essere finalizzate all’abbassamento della qualità della vita” dei lavoratori “con la motivazione che saremmo più competitivi”. Ma la soluzione “non è giocare alla meno peggio”.

Poi un accenno al Pil negativo della Germania: “Stamattina vedo che fa -0,2%. Farei a cambio volentieri in termini di dimensioni economiche, ma non è la percentuale dello ‘zero virgola’ a fare la differenza, ma il clima di rassegnazione nell’opinione pubblica, di chi pensa, ad iniziare dalle classi dirigenti, che tanto non cambierà mai”.

 

“Dobbiamo uscire dalla cultura della rassegnazione e della delega. La scommessa è non avere alibi e fare il punto su tutte le partite aperte dicendo al Mezzogiorno che non è il punto retrogrado del Paese ma un luogo nel quale” si può fare innovazione ed essere motore di sviluppo. Ha precisato il premier.

“Oggi l’Italia è nelle condizioni, facendo le riforme che deve, di essere guida in Europa e trascinare l’eurozona fuori dalla crisi”. Ha insistito Renzi parlando alla Città della Scienza. Tutti però devono “fare la propria parte con convinzione e determinazione” per conquistare “la leadership in Europa”.

Poi si è recato a Bagnoli, alla Città della Scienza, dove ad attenderlo con fischi, urla e striscioni c’era un gruppo di manifestanti appartenenti all’associazione “La Terra dei Fuochi”.

Il governo va avanti con il programma fissato: “Confermiamo tempistica e metodo. Nessun tipo di problema o preoccupazione, andiamo avanti decisi con convinzione e determinazione, con calma e serenità”.

Lasciata Napoli è stata la volta di Reggio Calabria. Anche qui all’arrivo del premier davanti alla Prefettura c’erano alcune reppresentanze di lavoratori e sindacalisti che hanno rivendicato la soluzione di vertenze occupazionali nella regione, in particolare presenti forestali e Lsu- Lpu.

“Non c’è una situazione di crisi dell’Italia rispetto all’Eurozona – ha detto Renzi – che viaggia a velocità doppia: questo è accaduto in passato, ora la situazione è cambiata, l’ intera eurozona vive una fase di stagnazione”.

E “la riforma della giustizia è un percorso già iniziato e andrà a compimento nel Consiglio dei ministri del 29 agosto”. Ha affermato poi il presidente del Consiglio. “Le consultazioni stanno andando molto bene – ha aggiunto – ed il processo telematico civile ha ingranato e si incrementerà sempre di più. Allo stato attuale abbiamo cinque milioni di processi civili fermi con una media di 940 giorni per una prima definizione e tutto questo è inaccettabile”.

Renzi ha assicurato che i posti di lavoro di Omeca-Finmeccanica, l’azienda dell’Ansaldo Breda, sono salvi: “Ho parlato con Moretti, l’azienda ha ordini e quindi lavoro fino a tutto il 2017. Quindi le preoccupazioni circa la chiusura della realtà lavorativa fino a tutto il 2017 non ci sono. E questo indipendentemente dall’assetto azionario”.

Ha anche garantito che il tribunale di Reggio Calabria sarà completato: “I denari per finire i lavori sono pronti per essere investiti e spesi”. E ha riconvocato la task force sulla Calabria per la prima settimana di settembre, a Palazzo Chigi”.

Arrivato in Sicilia Renzi si è recato a Gela, in Municipio. Ad accoglierlo il sindaco Angelo Fasulo, il presidente della Regione Rosario Crocetta, il prefetto Carmine Valente e altri sindaci della zona. In piazza Municipio c’è una delegazione di lavoratori dell’Eni con uno striscione: ”Prima delle riforme occorre il lavoro”.

Renzi è entrato in una sala del municipio dov’e’ cominciata una riunione con le organizzazioni sindacali e una delegazione di lavoratori del petrolchimico. I sindacati chiedono il rispetto dei patti sottoscritti con l’Eni: riattivazione linea 1 della produzione della raffineria, garanzie su salute e lavoro, e rendere attraenti per nuovi investimenti le aree dismesse dell’ex polo petrolchimico di Gela con l’utilizzo dei fondi europei, utilizzazione e svincolo delle royalty petrolifere per progetti di sviluppo economico e produttivo.

”Quella del premier è una visita importante. In Sicilia rimangono due zone di crisi Gela e Termini Imerese. Abbiamo evitato la chiusura del Petrolchimico. Ora ci vuole un progetto serio di ripresa che ci salvaguardi anche per il futuro. A Termini dobbiamo riaprire la fabbrica dell’auto”. Ha detto il governatore siciliano. Anche Crocetta è stato contestato da un gruppo di Nomuos e dai proprietari dei terreni che hanno subito l’esproprio per la creazione del polo fotovoltaico, non realizzato, e che attendono ancora le indennità di esproprio.

 

 

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