Tregua ufficiale tra Israele e Palestina nella Striscia di Gaza. La proposta egiziana ha colto nel segno e Israele ha accettato il cessate il fuoco. Il conflitto iniziato l’1 luglio scorso dopo l’uccisione di tre ragazzi israeliani in Cisgiordania: da allora oltre duemila palestinesi hanno perso la vita, a fronte di meno di un centinaio di israeliani. I raid di Tel Aviv hanno colpito spesso e in modo crudele, i razzi di Hamas hanno alimentato il conflitto. Che ora dovrebbe essere finito.
L’accordo per la tregua prevede che venga aperto il valico di Rafah, che separa l’enclave palestinese dall’Egitto, e l’avvio di nuovi colloqui tra palestinesi e israeliani entro un mese. Il blocco militare però si allenterà e “lo stop alle armi sarà accompagnato dall’invio di medicinali e cibo agli abitanti dell’enclave palestinese”, secondo il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Mahmous Abbas.
A Gaza City l’annuncio dello stop alle armi è stato salutato con grandi festeggiamenti. Le moschee della città diffondono messaggi di “vittoria” sugli israeliani. Hamas stesso ha invitato tutti a scendere in strada a festeggiare: “Siamo qui oggi per dichiarare la vittoria della resistenza, la vittoria di Gaza, con l’aiuto di Dio e la determinazione del nostro popolo e la nobile resistenza”, ha detto il portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri.
Le questioni aperte però sono tante. Ci si aspetta che tra un mese Hamas chieda lo stop totale del blocco nella Striscia che Israele insiste per il disarmo. Ma non solo: di mezzo ci sarebbe la liberazione dei palestinesi arrestati da Israele dopo l’uccisione dei tre israeliani in Cisgiordania e la riapertura dell’aeroporto di Gaza. L’apertura del varco di Rafah intanto permetterà ai palestinesi di rimettere in moto l’economia.