Ebola, come si trasmette il virus

di Redazione

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Ebola, come si trasmette il virus

| martedì 14 Ottobre 2014 - 14:53

La trasmissione del virus Ebola avviene quando si entra in contatto diretto con i fluidi corporei (muco, sangue), o le lacrime, la saliva, le feci e il vomito di una persona infetta, dove per contatto diretto si intende quando questi fluidi toccano le nostre membrane mucose (come occhi, naso, bocca e vagina), o le ferite aperte.

Le modalità di contagio sono molteplici, ma tra i casi di persone infette, gli episodi più ricorrenti sono stati:

  • – Venendo punti dall’ago di una siringa usata su un paziente infetto;
  • – Baciando una persona malata;
  • – Toccando qualcosa su cui c’è stato del fluido corporeo infetto, come un cellulare o un bancomat: il virus sopravvive infatti per alcune ore all’esterno di un organismo e alcuni giorni nei fluidi corporei, e se una volta toccata la superficie infetta si ci si toccassero gli occhi o si mettessero le dita in bocca, potrebbe avvenire il contagio;
  • – Mangiando il cibo di una persona malato, a causa del contatto con la saliva;
  • – Pulendo il cadavere di una persona morta a causa del virus;
  • – Avendo rapporti sessuali con un malato: il rischio potrebbe presentarsi anche facendo sesso con una persona guarita in quanto il virus rimane attivo nello sperma anche fino a 82 giorni di distanza dalla guarigione.

Da quando è iniziata la “psicosi Ebola”, si sono però diffuse parallelamente numerose false credenze relative al contagio, prima fra tutti quella relativa alla trasmissione per via aerea. Infatti non si può essere contagiati dall’Ebola:

  • – Viaggiando in aereo con una persona che ha soltanto successivamente sviluppato i sintomi;
    – Venendo punti da una zanzara: il virus si trasmette solo tra i mammiferi e non esiste alcuna prova che gli insetti possano trasportarlo e trasmetterlo (come avviene per la malaria);
    – Se raggiunti da un colpo di tosse o uno starnuto: c’è una remota possibilità che, in questo modo, la saliva e il muco espulsi dal paziente infetto possano entrare in contatto con le mucose (bocca, naso, occhi) di un individuo sano, provocandone il contagio, ma si tratta soltanto di casi rari che coinvolgono per lo più chi si occupa di malati.

 

 

 

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