Emergono nuovi dettagli sull’incidente aereo del volo Air France 447 precipitato nel 2009 nell’oceano Atlantico, in cui persero la vita 228 persone: nell’inchiesta, pubblicata da Vanity Fair e riportata dal Daily Mail, vengono riportati alcuni dettagli che potrebbero sconvolgere la precedente dinamica dei fatti, secondo cui il velivolo era precipitato per un cedimento strutturale.
“M…a, stiamo per morire”: sarebbero queste le ultime parole che il capitano, il 58enne Marc Dubois, pronunciò quando si rese conto di ciò che stava per accadere. Dalle trascrizioni delle conversazioni è infatti emerso che due dei tre piloti (Dubois, 58, David Robert, 37, Pierre-Cedric Bonin, 32): “Con ancora la maggior parte del viaggio davanti il pilota più esperto Dubois ha deciso che era il momento di riposarsi – ha sottolineato Alain Bouillard, l’investigatore capo del Bea, l’ufficio francese per la sicurezza dell’aviazione civile, che ha indagato sull’accaduto – Se il capitano fosse andato a dormire 15 minuti dopo forse l’intera storia sarebbe andata diversamente”.
“Non credo che sia stata la stanchezza che ha indotto Dubois a lasciare la guida dell’aereo – precisa Bouillard – Era più come un comportamento consueto, parte della cultura di pilotaggio all’interno di Air France . E quello che ha fatto non era contro le regole. Eppure è banale: se si è i responsabili di un lavoro, non si va in vacanza nel momento più importante”.
Non solo, secondo quanto riferito da Vanity Fair, il capitano Dubois avrebbe trascorso la notte prima della tragedia in compagnia dell’amante, una giovane ex hostess e cantante lirica, morta anch’essa nell’incidente. Dall’inchiesta è inoltre emerso che anche l’altro pilota, il 37enne David Robert, stava riposando nella stanza vicino alla cabina di pilotaggio.
Ai comandi era rimasto dunque soltanto il 32enne Bonin: quando l’aereo è entrato in una grossa tempesta, anziché abbassare il muso dell’aereo per far fronte allo stallo, i piloti lo sollevarono verso l’alto. Dubois, però, è entrato in cabina quando ormai era troppo tardi.
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