L’inchiesta su “Mafia Capitale” continua a scuotere il Paese. Mentre sono scattate le manette ai polsi del latitante Giovanni De Carlo, arrestato dal Ros all’aeroporto di Fiumicino mentre atterrava da Doha, il mondo della politica si interroga su cosa fare.
Il dibattito procede su due binari paralleli. Da un lato c’è l’inchiesta della magistratura, dall’altro c’è il movimento interno ai partiti costretti a fare i conti con qualcosa in più di singole “mele marce”.
E sullo sfondo la consapevolezza che non si sta parlando di una città qualsiasi, ma di Roma, della Capitale.
Il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro ha fatto sapere che si valuta la scorta per Ignazio Marino: “In un momento così complesso dobbiamo garantire la sicurezza del sindaco che va protetto. Il sindaco – ha spiegato – dovrebbe rinunciare a girare con la sua bicicletta, valutiamo la scorta”.
E dal canto suo il primo cittadino intervistato da La 7 dice di volere andare avanti “con le tantissime persone per bene che ci sono. Ieri – ha raccontato – ho avuto una grande gioia. Mia figlia che è sempre stata contraria alla mia candidatura a sindaco, mi ha detto di andare avanti perché questa città merita un cambiamento. Sono un chirurgo formato a tenere i nervi saldi quando il paziente perde mezzo litro di sangue al minuto. Ho una formazione abbastanza solida per andare avanti e mi sento molto più determinato adesso”.
Mentre il presidente della Regione Lazio, Zingaretti, sospende gli appalti per autotutela, Raffaele Cantone (presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione) ha annunciato che verificherà gli appalti sulle basi dei documenti del Comune.
Al vaglio, ma ancora non concreta, l’ipotesi del commissariamento del Comune. “Andiamo tutti, e io per primo, con i piedi di piombo – dice il ministro dell’Interno Angelino Alfano al Messaggero – . Stiamo parlando della Capitale d’Italia e che stiamo parlando di una città sana nella quale va punito chi ruba, non la città”. “Prima di avventurarci in qualsiasi valutazione – ha spiegato – occorre studiare la corposa ordinanza del procuratore Pignatone. Solo dopo saremo in grado di prendere una decisione ponderata con la massima attenzione possibile visto che si tratta, a maggior ragione, della Capitale del nostro Paese”.
Ladri nella notte hanno rubato un pc dagli uffici del Servizio Giardini del Comune di Roma e della Protezione Civile. Sulla vicenda indagano i carabinieri. L’ipotesi è che ci possa essere un nesso con l’inchiesta Mafia Capitale, dato che una parte importante del giro di affari della “cupola” era proprio sulla cura del verde cittadino. Tra gli arrestati anche Claudio Turella, responsabile del servizio programmazione e gestione verde pubblico.
Sarebbero due gli uomini entrati dalla finestra nella stanza del direttore del Servizio Giardini, che si trova a Parco San Sisto, a ridosso del centro cittadino. Hanno rovistato in vari uffici e poi hanno rubato un pc nel palazzo accanto dove ha sede la Protezione Civile comunale.