Palermo, operazione antimafia: fermato Graziano | “Ha procurato il tritolo per Di Matteo” /VIDEO

di Redazione

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Palermo, operazione antimafia: fermato Graziano | “Ha procurato il tritolo per Di Matteo” /VIDEO

| martedì 16 Dicembre 2014 - 08:26

Nel corso dell’operazione antimafia finalizzata alla ricerca di armi ed esplosivo, la Guardia di Finanza ha fermato Vincenzo Graziano, ritenuto dagli investigatori il “reggente” del mandamento palermitano di Resuttana dopo l’arresto del “capo” Vito Galatolo.

Graziano era stato arrestato il 23 giugno scorso dalle Fiamme Gialle nell’ambito dell’operazione “Apocalisse”, che aveva determinato oltre 90 misure cautelari, la maggior parte in carcere. Graziano era tornato in libertà a luglio.

Vincenzo Graziano sarebbe l’uomo che ha procurato l’esplosivo per uccidere il pm Nino Di Matteo, uno dei magistrati del processo Stato-mafia. L’avrebbe detto ai magistrati il boss dell’Acquasanta Vito Galatolo. Dalle sue indicazioni è scattato il blitz delle Fiamme gialle, che finora non hanno trovato l’esplosivo che proverrebbe dalla Calabria.

Il boss Vincenzo Graziano, fermato dalla Finanza con l’accusa di essere il reggente del mandamento mafioso di Resuttana, venne affiliato in Cosa nostra nella sala colloqui del carcere in cui era detenuto. Il sorprendente particolare emerge dalle rivelazioni del pentito Sergio Flamia. “Sicuramente tra il 2009, 2010, 2011 prima, prima della scarcerazione… – racconta Flamia – è successo questo discorso che non siamo andati in saletta, siccome in quella saletta non fumatori eravamo in pochi che ci andavamo, tra cui io un altro mio paesano e qualche altro conoscente, visto che avevano confidenza con me mi ha detto (Vito Galatolo ndr) ‘senti, mi fai la cortesia, ce lo dici tu che non vengono nella saletta la prima ora”. All’esito della cerimonia Galatolo avrebbe detto a Flamia: “tutto a posto, grazie per non essere venuto”.

Il racconto è stato confermato dallo stesso Galatolo, ex capomafia ora collaboratore di giustizia. “Vincenzo Graziano – ha detto – aveva la santina nelle mani, Peppuccio Lo Bocchiaro gli ha fatto la punciuta con l’ago, è uscito il sangue e gli ha bruciato la santina nelle mani, mentre ripeteva ad alta voce le regole di Cosa Nostra. Dopo la punciuta ci siamo dati la mano e io ho detto che Vincenzo Graziano da quando sarebbe uscito (settembre 2011, credo) sarebbe diventato sottocapo dell’Acquasanta”.

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