Ventinove medici sono indagati a Torino per truffa ai danni dello Stato e falso ideologico. I carabinieri hanno perquisito le loro abitazioni. Le indagini hanno evidenziato un diffuso ricorso alle visite a domicilio a favore di pazienti ricoverati, di pazienti non che non ne avevano ma che erano ignari di essere formalmente assistiti e di pazienti che, pur avendo diritto alla visita domiciliari non avevano mai visto arrivare il medico a casa loro, con addebito dei costi al Servizio Sanitario Nazionale.
L’assistenza domiciliare ai pazienti prevede il pagamento al medico di 75 euro una tantum, più 18,90 euro per ogni visita a domicilio. Gli accertamenti si sono incentrati sulle 17 residenze sanitarie pubbliche e private dell’Asl di Torino 1 e sui 30 medici che avevano aperto pratiche per le assistenze domiciliari. Sono state riscontrate gravi irregolarità su 64 dei 65 pazienti per i quali era stato avviato il programma di assistenza a domicilio.
Inoltre, i controlli nelle residenze sanitarie assistenziali hanno fatto emergere la carenza o la totale assenza di “medici strutturati” (ce ne dovrebbe essere uno ogni 20 pazienti, selezionati con graduatoria pubblica). Questo ha determinato un costo esorbitante per il Servizio sanitario nazionale dei farmaci, in quanto i medici di medicina generale che assistono a domicilio, prescrivono farmaci in “ricetta rossa”, che i pazienti acquistano come privati in farmacia e non ricevono tramite farmacia ospedaliera, dove costerebbero di meno all’erario.