Andreas Gunter Lubitz, il co-pilota 28enne originario di Montabaur, nella regione della Renania-Alatinato, morto nella tragedia del volo Germanwings, voleva deliberatamente distruggere l’aereo, azionando il bottone che comanda la perdita di quota dopo essersi rifiutato di aprire la porta della cabina di pilotaggio.
Lo ha confermato Brice Robin, procuratore di Marsiglia, nel corso di una conferenza stampa, aggiungendo che sono ancora ignoti i motivi del gesto e che l’uomo è rimasto vivo sino al momento dello schianto. Il procuratore ha inoltre riferito che “non è stato un attentato terroristico”, e che non c’è alcun elemento che giustifichi questa ipotesi.
Robin ha parlato di “gesto volontario”, in quanto il co-pilota, che aveva 630 ore di volo alle spalle e che aveva ottenuto la licenza della FAA, è rimasto da solo in cabina e ha azionato “volontariamente” la discesa dell’aereo. Per i primi 20 minuti il comandante e il co-pilota hanno degli scambi verbali “normali” e “cordiali”. Dalla registrazione non emerge “nulla di anormale”.
Il comandante prepara poi il briefing per l’atterraggio a Duesseldorf e “la risposta del co-pilota sembra laconica”. A quel punto si sente il comandante chiedere al co-pilota di prendere i comandi ed il rumore di un sedile e di una porta che si chiude. Il co-pilota “in quel momento è solo e manipola i comandi per azionare la discesa dell’apparecchio”.
Andreas Lubitz era entrato in Germanwings nel 2013 ed aveva ottenuto anche il certificato della Faa, l’organismo statunitense della sicurezza del volo. Nello scorso autunno aveva preso il brevetto di pilota di aliante nel club “LSC Westerwald” in Renania, vicino alla sua città natale. E proprio sul sito internet della scuola di volo è stato inserito un ricordo di Lubitz “con grande tristezza, i membri piangono Andreas, da tempo membro della nostra associazione che con noi ha realizzato il suo sogno di volare, e tutte le vittime del disastro”
(Foto di: Parismatch)