La tragedia di 35 anni fa, la cosiddetta strage di Ustica è da addebitarsi a un missile lanciato contro il Dc-9 da un altro aereo che intersecò la rotta del volo Itavia e sono da escludersi le ipotesi alternativa della bomba collocata a bordo o del cedimento strutturale.
Lo sostiene la prima sezione civile della corte d’appello di Palermo nella sentenza con cui ha rigettato gli appelli che l’Avvocatura dello Stato aveva promosso contro quattro sentenze emesse nel 2011 dal tribunale del capoluogo siciliano in merito alla vicenda del disastro del Dc-9 Itavia precipitato al largo di Ustica il 27 giugno 1980 (81 morti). A ricorrere al rito civile, citando i Ministeri dei trasporti e della difesa, erano stati 68 familiari delle vittime assistiti dagli avvocati Daniele Osnato e Alfredo Galasso che in primo grado si erano visti riconoscere un danno pari a oltre cento milioni di euro.
Secondo la Corte d’Appello rimane confermata la responsabilità dei due dicasteri per non aver assicurato adeguate condizioni di sicurezza al volo Itavia 870.
La Corte d’Appello ha dichiarato la prescrizione al risarcimento da depistaggio per intervenuto decorso del termine quinquennale. Ha però confermato il risarcimento da fatto illecito rinviando all’udienza del 7 ottobre 2015 per l’esatta quantificazione del danno.
“Con queste quattro sentenze – commenta l’avvocato Daniele Osnato – la Corte di Appello di Palermo ha definitivamente chiuso, in punto di fatto, la vicenda giudiziaria identificando, al di sopra di ogni dubbio, che il Dc-9 sia stato abbattuto da un missile. Ogni contraria ipotesi è stata vagliata ed esclusa, compresa quella della bomba. Con buona pace di chi, ancora a distanza di 35 anni dal tragico evento, prosegue con informazioni deviate ed ipotesi del tutto prive di fondatezza”.
Appena una settimana fa, l’Avvocatura dello Stato, nella citazione d’appello con cui chiedeva il rigetto per prescrizione o infondatezza delle richieste di risarcimento dei familiari di 18 vittime, aveva bocciato lo scenario di una battaglia nei cieli di Ustica, in mezzo alla quale finì per trovarsi l’aereo abbattuto.
“È la conferma che leggendo bene non si può non scrivere, come già hanno fatto due sentenze delle Cassazione, che i ministeri sono responsabili. E che dopo la sentenza-ordinanza del giudice Priore, che ha accertato definitivamente le cause, ogni richiesta in sede civile non può che terminare, ragionevolmente, in questo modo”, ha commentato Daria Bonfietti, presidente dell’associazione familiari delle vittime della strage di Ustica. Per Bonfietti ora l’auspicio è che “di fronte a queste sentenze che si ripetono” si possano convincere di queste posizioni anche “tutti coloro che hanno dei dubbi, tutti gli avvocati dello stato possibili”.