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“Accelerare il riequilibrio dei conti pubblici” | Bankitalia pungola il governo sul Def

La Banca d’Italia critica la scelta del governo di mantenere nel 2015 il deficit programmatico al 2,6% del Pil a fronte del 2,5% tendenziale. Anziché utilizzare il margine di 0,1 punti per finanziare misure di stimolo dell’economia, l’esecutivo dovrebbe “accelerare il riequilibrio di finanza pubblica”, secondo il vice direttore generale di Bankitalia Luigi Federico Signorini, nell’audizione preliminare all’esame del Def, in Senato.

“Lo scenario per il biennio 2015-16 è plausibile, anche se non esente da rischi a breve termine“, dice Signorini. “I miglioramenti della fiducia devono consolidarsi; l’incertezza sull’esito delle trattative sul programma di aggiustamento del governo greco resta elevata e può indurre volatilità nelle condizioni finanziarie”.

“Le previsioni del Governo sono coerenti con le valutazioni da noi espresse nell’ultimo Bollettino economico. Questo scenario è reso possibile dal pieno dispiegarsi degli effetti del programma di acquisto di titoli dell’Eurosistema; beneficia inoltre degli stimoli derivanti dagli interventi, già attuati, di riduzione del cuneo fiscale a favore di famiglie e imprese: il credito d’imposta per i lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi, divenuto permanente, continuerebbe a ripercuotersi favorevolmente sui consumi delle famiglie; la riduzione dell’IRAP e l’agevolazione contributiva temporanea per i datori di lavoro del settore privato che assumono dipendenti con contratto a tempo indeterminato nel 2015, oltre a migliorare la posizione competitiva delle imprese, darebbero un impulso positivo all’occupazione”.

“Nel complesso tali interventi, tenendo conto delle misure di copertura parziale previste, fornirebbero un contributo positivo di circa un terzo di punto percentuale alla crescita del prodotto nel biennio 2015-16″, prosegue il documento di Bankitalia.

Nel 2016 la forbice tra indebitamento programmatico e tendenziale è di 0,4 punti e servirà a disinnescare l’aumento previsto di Iva e accise, assieme ad una manovra da 10 miliardi finanziata con tagli alla spesa e alle agevolazioni fiscali.

Il Def alza a +0,7 da +0,6% la previsione di crescita del 2015. Nel 2016 il Pil dovrebbe aumentare dell’1,4%. “È giusto non ostacolare un’economia che stenta a ripartire. Ma, d’ora in poi, nella misura in cui il miglioramento del quadro macroeconomico si consoliderà e proseguirà, esso dovrà essere utilizzato per accelerare il riequilibrio della finanza pubblica“, dice Signorini.

“Il ridimensionamento del debito, che resta tra i più pesanti d’Europa, non va perseguito solo perché richiesto dalle regole europee (e nazionali) di bilancio; lo impongono i principi della buona amministrazione e la necessità di mettere il Paese in condizioni di sicurezza rispetto a eventuali cambiamenti negli umori dei mercati, che non possono mai escludersi e che colpiscono le finanze pubbliche tanto più duramente quanto più fragili sono le condizioni di partenza”.

 

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