La sentenza della Corte Costituzionale sulla restituzione ai pensionati dell’adeguamento Istat, bloccato dal Governo Monti con il decreto “Salva Italia, rischia di aprire una voragine nei conti pubblici e un caso nel Governo. Ma andiamo con ordine. Secondo una stima effettuata dall’Ufficio studi della Cgia, il blocco delle pensioni avvenuto nel 2012-2013, ha interessato i pensionati con un assegno mensile netto superiore a 1.088 euro, potrebbe costare alle casse pubbliche qualcosa come 16,6 miliardi di euro che il Governo dovrebbe recuperare dal taglio alla spesa.
Intanto la sentenza della Corte Costituzionale è stata pubblicata nell’edizione del sei maggio della Gazzetta Ufficiale e pubblicata anche su internet: il provvedimento numero 70 è datato 30 aprile, e riguarda il “giudizio di legittimità costituzionale in via incidentale” relativo a “Pensioni – Perequazione automatica dei trattamenti pensionistici – Limitazione, per gli anni 2012 e 2013, esclusivamente a quelli di importo complessivo fino a tre volte il trattamento minimo Inps, nella misura del 100%”.
I conti sul tavolo del Governo, che si è riunito ieri proprio su questo tema, spiegano che gli effetti della sentenza della Consulta costerebbero 10 miliardi di euro per il passato e 5 miliardi di euro l’anno da qui in avanti. Un peso non sostenibile per le casse statali, pur prendendo in considerazione che una parte di queste risorse rientrerebbero sotto forma di tasse. L’ipotesi al vaglio è dunque di introdurre un rimborso a scaglioni fino alle pensioni intorno ai 3000/3500 lordi. Uno stratagemma che limiterebbe l’esborso ma che contiene un punto interrogativo quanto una casa. E cioè che la Corte Costituzionale possa nuovamente bocciare questa impostazione perché nella sua sentenza ha chiaramente spiegato che “il rimborso è per tutti”.
Nel frattempo divampa la polemica politica. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan ha annunciato che l’esecutivo “rispetterà le leggi, minimizzando l’impatto per le casse del governo”, diversa invece sembrerebbe la posizione del sottosegretario all’Economia, e leader di Scelta Civica, Enrico Zanetti, che esclude che “sia possibile restituire a tutti l’indicizzazione delle pensioni: per quelle più alte sarebbe immorale e il Governo deve dirlo forte. Occorre farlo per le fasce più basse”. Concetto ribadito, ma riveduto e corretto, poco dopo dallo stesso Zanetti: “La mia posizione è la posizione di uno dei tre partiti che sostiene la maggioranza, non c’è antitesi con quanto detto da Padoan, c’è una differente lettura. Padoan – ha spiegato – dice che rispetteremo la sentenza, io non dico nulla di diverso. Se Padoan dirà, ma non mi risulta che lo abbia detto, che dobbiamo rimborsare tutto, allora saremmo su due posizioni diverse, ma non credo che il ministro abbia intenzione di dire una cosa del genere, perché sarebbe un’ingiustizia spaventosa”.