Elezioni regionali, il centrosinistra vince 5 a 2 | Il Pd di Renzi è la prima forza del Paese | Lega e M5S diventano principale opposizione

di Maria Teresa Camarda

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Elezioni regionali, il centrosinistra vince 5 a 2 | Il Pd di Renzi è la prima forza del Paese | Lega e M5S diventano principale opposizione

| lunedì 01 Giugno 2015 - 10:58

Nonostante il Pd si sia confermata la prima forza politica del Paese, conquistando ben cinque regioni su sette, le elezioni amministrative 2015 hanno delineato chiaramente i rapporti di forza tra i partiti: la Lega Nord, che ha riconquistato il Veneto con Zaia, e il Movimento 5 Stelle, che ha eletto propri rappresentanti praticamente in ogni regione, sono i nuovi riferimenti politici delle opposizioni al centrosinistra.

Per quanto il dato delle regionali (peraltro di sette regioni) non può e non deve essere interpretato come una fotografia dell’attuale situaazione politica del Paese, è indubbio che il centrodestra è ai minimi termini: Forza Italia, grazie alla candidatura di Giovanni Toti in Liguria, è riuscita a conquistare almeno una regione. Piuttosto bassa la percentuale di Area popolare, di cui fa parte anche il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano, nella maggioranza di governo con Matteo Renzi. “Queste elezioni regionali – ha commentato il presidente dei senatori di Area popolare Ncd-Udc, Renato Schifani – hanno confermato e consolidato il voto che avevamo ottenuto alle elezioni europee dello scorso anno, nonostante in questa tornata elettorale l’Udc, contrariamente alle scelte con noi condivise alle Europee, ha deciso di appoggiare il centrosinistra in Campania, in Puglia e nelle Marche. Il voto quindi premia i nostri sforzi”.

E anche se il premier aveva provato a proteggere l’esecutivo dai contraccolpi di queste elezioni – “non è un test sul governo”, precisava Renzi – le ripercussioni sono inevitabili.

“Siamo noi l’alternativa di centrodestra a Renzi. E penso che si andrà presto alle elezioni: la Lega c’è, e accetta la scommessa di prendere un voto in più di lui e governare”, ha dichiarato Matteo Salvini. “Hanno vinto i nostri programmi, gli elettori hanno fatto capire che non vogliono mezze misure e soluzioni democristiane. Alla faccia di chi parlava di fascismo”, aggiunge il leader del Carroccio, che tende una mano a Berlusconi: “È intelligente, capirà. Con lui voglio dialogare”.

Anche il Movimento 5 Stelle ha qualcosa da dire. “Sono più che soddisfatto – dice Alessandro Di Battista, membro del direttorio e tra i volti più noti del Movimento – per noi le regionali sono le elezioni più difficili. Ma il risultato ottenuto non mi stupisce perché stiamo lavorando bene. Ora avremo un esercito di consiglieri ovunque e il radicamento sul territorio non era affatto scontato”.

Ci sono anche attacchi di fuoco amico per il premier, che arrivano direttamente dai dissidenti del Partito democratico. “Dopo questo risultato, Renzi deve fermarsi e cambiare rotta – afferma Stefano Fassina, esponente della minoranza del Pd. – Se il premier vorrà andare avanti su questa strada fallimentare, io uscirò dal Pd. Il voto in Liguria è stato un clamoroso autogol del Pd di Renzi, che ha voluto perdere la regione con una proposta politica, quella della Paita, molto problematica»,

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