Scazzi, ergastolo per Sabrina e Cosima | Confermata la sentenza di primo grado

di Redazione

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Scazzi, ergastolo per Sabrina e Cosima | Confermata la sentenza di primo grado

| lunedì 27 Luglio 2015 - 20:31

Confermato l’ergastolo per Cosima Serrano, e sua figlia, Sabrina Misseri. Confermata anche la condanna a 8 anni nei confronti dello zio di Sarah, Michele Misseri, per concorso in soppressione di cadavere.

Questa la sentenza dopo oltre tre giorni di camera di consiglio. I giudici della Corte d’assise d’appello di Taranto, per emettere la sentenza al processo di secondo grado per l’omicidio di Sarah Scazzi, la quindicenne di Avetrana (Taranto) strangolata e gettata in un pozzo il 26 agosto 2010, hanno impiegato 80 ore; si sono riuniti venerdì scorso e solo alle 20.30 di oggi hanno emesso il verdetto.

Il presidente della Corte, Rosa Patrizia Sinisi, il giudice a latere e i sei giudici popolari hanno confermato la sentenza in primo grado quando erano state condannate all’ergastolo la zia, Cosima Serrano, e sua figlia, Sabrina Misseri con l’accusa di concorso in sequestro di persona, omicidio volontario e soppressione di cadavere. Entrambe sono detenute.

Lo zio di Sarah, Michele Misseri, era stato condannato a 8 anni perché ritenuto colpevole di soppressione di cadavere.

In appello, pena ridotta ad un anno e quattro mesi per l’avvocato Vito Russo, ex legale di Sabrina, che in primo grado era stato condannato a due anni per favoreggiamento. Pena ridotta a cinque anni e 11 mesi anche a Carmine Misseri, fratello di Michele che in primo grado era stato condannato a sei anni per soppressione di cadavere.

Assolti, invece, altri due imputati Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano che erano stati condannati in primo grado a pene comprese tra un anno e un anno e quattro mesi per favoreggiamento; la Corte ha confermato, infine, la condanna ad un anno e quattro mesi per Giuseppe Nigro, imputato per lo stesso reato.

Assassino“. Così alcuni cittadini hanno apostrofato Michele Misseri urlando dai balconi di un edificio che si affaccia sull’immobile che ospita la Corte d’assise d’appello di Taranto. L’agricoltore non ha fatto dichiarazioni e, scortato dalla Polizia, ha lasciato l’aula subito dopo la lettura della sentenza. Michele Misseri, all’uscita dall’aula, aveva lo sguardo basso e ha evitato taccuini e telecamere.

Dai balconi del palazzo che affaccia sulla sede giudiziaria, alcuni residenti hanno apostrofato anche le due imputate condannate all’ergastolo, Sabrina Misseri e sua madre Cosima Serrano.

 

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