Papa Francesco in visita a Palermo nel ricordo di Don Pino Puglisi

di Federica Raccuglia

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Papa Francesco in visita a Palermo nel ricordo di Don Pino Puglisi

| sabato 26 Maggio 2018 - 18:40

Palermo, 15 settembre 1993, piazza Anita Garibaldi 5. Alle 20.40, Padre Giuseppe Puglisi, prete di Brancaccio, viene ucciso con un solo, unico, colpo di pistola. Proprio in occasione dell’anniversario della sua tragica morte – il 25esimo anno da quella data – sarà Papa Francesco a donare omaggio al prete ucciso dalla mafia, recandosi in visita pastorale alle Diocesi di Piazza Armerina e di Palermo, il 15 settembre 2018.

“Una grande emozione ed un grande onore – ha detto il sindaco Leoluca Orlando, commentando la notizia – Poter accogliere a Palermo il Pontefice, questo Pontefice è un grande onore per me e per tutta la città. Lo è ancora di più perché Papà Francesco, accogliendo il mio invito rivolto qualche giorno fa a Roma, verrà proprio per ricordare il Beato Padre Pino Puglisi, che speriamo diventa Copatrono della città metropolitana”. 

Chi era Padre Pino Puglisi

Giuseppe Puglisi, terzogenito di Carmelo Puglisi e Giuseppina Fana, nacque il 15 settembre 1937 a Brancaccio, quartiere popolare di Palermo. Divenuto sacerdote a 22 anni, Don Pino Puglisi ottenne il primo incarico da convittore presso l’istituto pastorale San Giovanni Maria Vianney. Il 25 luglio 1962 venne nominato “vicario cooperatore” presso la Chiesa del Santissimo Salvatore in Corso dei Mille, nella zona di Settecannoli. Nel 1964, Padre Puglisi diventò cappellano di San Giovanni dei Lebbrosi, una chiesa che si trova nel quartiere Romagnolo, vicina alla foce del fiume Oreto e utilizzata come succursale della chiesa del Santissimo Salvatore di Corso dei Mille. 

Nel 1967 diventò vice parroco alla chiesa di Mondello e cappellano, oltreché insegnante, presso l’istituto Franklin Delano Roosevelt, un collegio di orfani all’Addaura. Qui c’erano centinaia di giovani con gravi problemi psicologici che trovarono un notevole sostegno in Padre Puglisi. Nel luglio del 1968, don Pino venne nominato vice assistente della Gioventù italiana di Azione Cattolica e della Gioventù Femminile per i lavoratori; nel gennaio del 1969 divenne membro del Consiglio Pastorale Diocesano e nel settembre dello stesso anno ricevette l’incarico di vice rettore del Seminario Arcivescovile Minore

Dalla piccola chiesetta di Mondello ’u parrinu venne trasferito nel 1970 a Godrano, un paesino di mille abitanti, e diventò parroco della comunità ecclesiale Maria Santissima Immacolata. Nel 1973 inoltre collaborò con i volontari del centro sociale Decollati retto dalle Assistenti sociali Missionarie. 

Nonostante il forte legame con la piccolissima Godrano e i risultati raggiunti, nel 1978 dovette abbandonare il luogo, pronto per una nuova mansione. Pino e i genitori si trasferirono nuovamente a Palermo, in piazzale Anita Garibaldi, 5. Nello stesso anno venne nominato pro-rettore del Seminario Arcivescovile Minore. Nel 1979 diventò direttore del Centro diocesano vocazioni. Un posto di grande rilievo che 3P ricoprirà con umiltà e devozione.

Nel 1990 a Brancaccio nacque il Comitato Intercondominiale, un gruppo di condomini della via Hazon che, data la situazione critica della loro zona, decisero di darsi da fare per affrontare la situazione d’emergenza. Il 29 settembre dello stesso anno, Padre Puglisi divenne parroco della chiesa San Gaetano e nel 1993 nacque il centro Padre Nostro. La sua azione sociale sul territorio, la sua vicinanza ai giovani e la sua determinazione nel combattere il fenomeno mafioso furono le cause principali della sua morte: il 15 settembre del 1993, alle 20.40, Don Pino Puglisi venne raggiunto da un solo, unico e letale colpo di pistola che lo uccise sotto casa sua.

I processi penali

In seguito all’omicidio del parroco vi furono due processi. Il primo, istruito dalla Sezione Seconda della Corte di Assise di Palermo nel 1998, contro Gaspare Spatuzza, Antonino Mangano, Luigi Giacalone e Cosimo Lo Nigro, ha condannato gli imputati all’ergastolo per l’omicidio di Padre Pino Puglisi.

Il secondo processo, istruito dalla Sezione Terza della Corte di Assise di Palermo nel 1999, contro i mandanti Giuseppe Graviano e Filippo Graviano – arrestati a Milano il 26 gennaio 1994 – e il killer Salvatore Grigoli, ha condannato il primo imputato all’ergastolo, il secondo a dieci e il terzo a sedici anni di reclusione. Grigoli, arrestato il 19 giugno 1997, ha avuto diritto all’attenuante poiché è diventato immediatamente collaboratore di giustizia. Nel luglio 2004 gli sono stati concessi gli arresti domiciliari in una località segreta, dove si è rifatto una vita con moglie e figli. Nel 2001, dopo l’assoluzione in primo grado, anche Filippo Graviano venne condannato all’ergastolo.

Il 25 maggio 2013, sul prato del Foro Italico di Palermo, davanti ad una folla di circa centomila fedeli, don Puglisi è stato proclamato beato, divenendo il primo martire della Chiesa ucciso dalla mafia.

Foto concessa da Agostina Ajello (Archivio Giuseppe Puglisi)

 

 

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