Brexit, si dimettono in quattro: bufera su Theresa May

di Redazione

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Brexit, si dimettono in quattro: bufera su Theresa May

| giovedì 15 Novembre 2018 - 11:17

Momenti di tensione in Gran Bretagna, dopo il via libera sull’intesa per la Brexit. A poche ore dal difficile “sì” arrivano le dimissioni del ministro per la Brexit, Dominic Raab, del sottosegretario britannico per l’Irlanda del Nord, Shailesh Vara e della ministra del lavoro Esther McVey edella sottosegretaria alla Brexit, Suella Bravermen. Le dimissioni di Raab hanno provocato la caduta libera della sterlina. 

Theresa May invece, nonostante le polemiche, difende l’accordo e di fronte alla Camera dei Comuni spiega che “la Brexit si farà” escludendo un nuovo referendum e che l’intesa trovata “non è l’accordo finale”.

Brexit, si dimettono in quattro: bufera su Theresa May

“È un momento molto importante – aveva commentato il negoziatore dell’Unione, Michel Barnier, in una dichiarazione alla stampa con il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk – . L’accordo concordato è giusto ed equilibrato, assicura le frontiere dell’Irlanda e getta le basi per un’ambiziosa relazione futura. Ma abbiamo ancora una lunga strada davanti, con un lavoro intenso da fare, e non c’è tempo da perdere”. 

Il “brexiteer” convinto Raab però dichiara di non poter “sostenere in buona coscienza i termini dell’accordo con l’Ue proposto”. Nella lettera di dimissioni che ha invitato alla premier Theresa May, Raab scrive “comprendere” i motivi per i quali il governo abbia deciso a maggioranza di sposare la bozza d’intesa e di “rispettare il diverso punto di vista” espresso che ha spinto la premier e “altri colleghi” a dare il via libera al testo “in buona fede”, però lui non può accettare la proposta.

A suo avviso infatti, l’accordo, nella soluzione proposta per l’Irlanda del Nord, rappresenta “una minaccia reale all’integrità del Regno Unito“, né un meccanismo di “backstop indefinito”. Dopo quello di David Davis, l’abbandono del ministro per la Brexit Raab è un colpo duro per il governo inglese alle prese con un difficile negoziato e non si escludono altre possibili defezioni.  

Il sottosegretario al dicastero dell’Irlanda del Nord, Shailesh Vara, è il primo componente del governo di Theresa May a dimettersi per protesta contro l’intesa con Bruxelles. Lo junior minister – così nella definizione britannica – accusa che la bozza di accordo lascerebbe il Regno Unito “a metà del guado” a tempo indeterminato e non dia garanzie definitive che l’Irlanda del Nord non abbia alla fine relazioni con l’Ue più profonde rispetto al resto del Paese. Lo scrive nella sua lettera di dimissioni.

Attacco anche del leader laburista Jeremy Corbyn, che denuncia la bozza d’intesa sulla Brexit proposta da May come “un enorme e dannoso fallimento”. Sulla stessa scia di Vara, Corbyn afferma che la bozza lascia la Gran Bretagna in un limbo a tempo indeterminato e non dia certezze sull’Irlanda. Il leader laburista rifiuta “la falsa scelta fra questo cattivo accordo e un no deal” che “non può essere una opzione reale”, sostenendo che la proposta non abbia né il consenso “del Parlamento, né del popolo di questo Paese”.

Si spacca la maggioranza nel governo May. Denunciano la bozza per la Brexit anche gli unionisti nordirlandesi del Dup, accusando una violazione delle promesse fatte in termini di garanzia del legame fra Londra e Belfast. L’intesa renderà il Regno Unito “uno Stato vassallo destinato alla fine a disgregarsi”, ha affermato il capogruppo Nigel Dodds.

La premier però respinge queste critiche. Theresa May ha infatti inviato il Dup a nuovi colloqui ribadendo le garanzie all’Ulster e sull’integrità futura del Regno.

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