Tav, è il giorno del giudizio: “Costa 7 miliardi di troppo”

di Rosanna Pasta

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Tav, è il giorno del giudizio: “Costa 7 miliardi di troppo”

| martedì 12 Febbraio 2019 - 07:56

Fine dell’attesa per conoscere l’esito dell’analisi costi-benefici sulla Tav. Sul sito del Mit, Ministero delle Infrastrutture, è stato pubblicato il testo e gli esperti scrivono che “L’analisi condotta mostra come, assumendo come dati di input relativamente alla crescita dei flussi di merce e dei passeggeri e agli effetti di cambio modale quelli non verosimili contenuti nell’analisi costi-benefici redatta nell’anno 2011, il progetto presenta una redditività fortemente negativa“.

“Nello scenario ‘realistico’  – scrivono – il valore attuale netto economico (Vane), ovvero il saldo tra i costi e i benefici, risulta pari rispettivamente a -6.995 milioni considerando i costi ‘a finire’ (escludendo i soldi già spesi) e a -7.949 milioni qualora si faccia riferimento al costo intero”.

Sul tavolo dell’incontro previsto a Palazzo Chigi tra i vertici del Governo. oltre al nodo della Tav, anche il dossier del Venezuela.

Presenti alla riunione il premier Giuseppe Conte, il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, i ministri Enzo Moavero Milanesi, Riccardo Fraccaro e il sottosegretario Giancarlo Giorgetti. Assente il capo politico dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio.

“Non ho ancora letto il dossier”, ha detto Salvini, arrivando a Palazzo Chigi, rispondendo ai cronisti se avesse già letto l’analisi costi-benefici sulla Tav.

Tav, è il giorno del giudizio: analisi costi-benefici inviata a Palazzo Chigi

Giornata importante per la Tav. Ieri l’analisi costi-benefici sulla Torino-Lione è stata inviata al ministero delle Infrastrutture a Palazzo Chigi e oggi verrà pubblicata sul sito dello stesso Mit. Il documento è stato consegnato sia al ministro Matteo Salvini che a Luigi Di Maio, e oggi si tireranno le somme sul completamento dell’opera, fortemente ostacolato dal M5s.
L’analisi è stata inviata anche all’attenzione del premier Giuseppe Conte.

“La relazione verrà pubblicata sul sito” del Mit. Lo ha annunciato ieri il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli. “Finalmente, potrà partire un dibattito pubblico talmente importante, a partire dai numeri – sottolinea il ministro da Firenze, dove è stata inaugurata ieri la linea 2 della tramvia -. Così almeno uno non creerà opinioni e giudizi sul nulla ma su dei dati scientifici”.

Interviene anche il vicepremier della Lega, Matteo Salvini. “Sulla Tav – spiega il ministro dell’Interno – c’è bisogno di finire quello che abbiamo cominciato, certo non perché ce lo dicono i francesi, ma perché serve agli italiani”. Prima della validazione e pubblicazione da parte del governo italiano, infatti, il testo dell’analisi costi benefici è stato condiviso con il governo francese, come concordato dai ministri Borne e Toninelli.

Sembra però che la strada non sia ancora del tutto facile da percorrere. Per settimane Lega e M5S si sono scontrati sulla necessità e fattibilità dell’opera, ma il premier Conte mette le mani avanti: “Abbiamo pianificato miliardi di investimenti infrastrutturali nel nostro budget – spiega -, quindi un potenziale ‘no’ all’alta velocità non rappresenterebbe un ‘no’ alle infrastrutture in generale”.

Pressioni anche dall’Europa. Bruxelles infatti ha inviato il suo ultimatum qualche giorno fa: se il governo italiano non si deciderà a procedere il fretta sulla Torino-Lione, i fondi Ue potrebbero essere destinati ad altri progetti, anche al di fuori dell’Italia, come la creazione di collegamenti marittimi dell’Irlanda con porti francesi, belgi ed olandesi, necessari per via della Brexit.

Intanto le opposizioni si preparano ad andare all’attacco. “Ora che le elezioni abruzzesi si sono svolte, la smettano con la pantomima elettorale – ha detto il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino -. Il governo decida una volta per tutte, così sarà chiaro chi vuole mettere il Piemonte in un angolo e chi invece lavora per la crescita, la sicurezza, l’ambiente”. Anche il capogruppo Dem in commissione Politiche europee alla Camera, Piero De Luca ha sottolineato che “come emerge dell’audizione della Corte dei conti europea alla Camera, se l’Italia bloccasse il progetto Tav Torino-Lione, sarebbe forte il rischio che l’Unione europea possa chiedere al nostro Paese la restituzione dei 700 milioni di euro già spesi e svincolare gli ulteriori 2,7 miliardi di euro stanziati per l’opera”.

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