Armi “facili”, Salvini frena: “Non voglio più pistole”

di Redazione

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Armi “facili”, Salvini frena: “Non voglio più pistole”

| venerdì 29 Marzo 2019 - 08:26

La Lega vuole “rendere più agevole l’iter per acquistare un’arma destinata alla difesa personale”. La proposta della deputata Vanessa Cattoi propone di “aumentare da 7,5 a 15 joule il discrimine tra le armi comuni da sparo e quelle per le quali non è necessario il porto d’armi”. Lo si evince nella relazione che accompagna il provvedimento di una proposta di legge presentata alla Camera.

“Procurarsi un’arma da fuoco, nel nostro Paese – sostiene la deputata del Carroccio – non è un’operazione molto semplice”. E questo “almeno per chi vuole farlo nel rispetto delle norme vigenti”. “Le licenze concesse per la detenzione di armi in casa sono poco più di 5 milioni, il che significa che un italiano su dieci è in condizioni di utilizzare un’arma”. Numeri significativi, perché “il numero delle licenze che consentono a coloro che le acquistano di portarle con sé è largamente inferiore”. Non solo, “ma in Italia esistono norme molto restrittive anche sull’acquisto di cartucce e di munizioni“.

Armi “facili”, Salvini frena: “Non voglio più pistole”

Dopo le polemiche per la proposta di legge presentata da 70 deputati leghisti per facilitare la vendita di armi a scopo di difesa, interviene il leader della Lega, Matteo Salvini, che prende le distanze. “Per quello che mi riguarda – spiega il vicepremier – la legittima difesa garantisce più diritti e più tutela alle vittime. Non voglio in giro nemmeno mezza pistola in più“. E rassicura Di Maio: “La proposta non arriverà mai in Parlamento”.

Armi “facili”, Di Maio: “Il M5s non voterà la proposta della Lega”

“Mettiamo un attimo i puntini sulle i: io un Paese con la libera circolazione delle armi non lo voglio. Non lo vuole il M5s e sono sicuro non lo vogliano nemmeno gli italiani”. Lo scrive su Facebook il vicepremier Luigi Di Maio, annunciando che il Movimento non voterà la proposta di legge presentata dalla deputata leghista. “Più sicurezza non vuol dire certo più armi in strada”, sottolinea il vicepremier pentastellato.

Rendere più agevole l’iter per acquistare un’arma destinata alla difesa personale

Ai sensi della normativa vigente, si considerano “armi comuni da sparo, oltre ai fucili, alle rivoltelle e alle pistole a funzionamento semiautomatico”. Ma anche – spiega la Cattoi – le armi denominate ‘da bersaglio da sala’”. Si tratta di quelle ad emissione di gas, nonché quelle ad aria compressa o gas compressi, i cui proiettili eroghino un’energia cinetica superiore a 7,5 joule. Per acquistare un’arma dotata di potenza inferiore è sufficiente aver compiuto la maggiore età ed esibire un documento d’identità in corso di validità”.

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