Omicidio Sara, la Cassazione: “Nuovo processo ed ergastolo per Paduano”

di Redazione

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Omicidio Sara, la Cassazione: “Nuovo processo ed ergastolo per Paduano”

| sabato 13 Aprile 2019 - 07:39

Nuovo processo ed ergastolo per Vincenzo Paduano, l’autore dell’omicidio della ex fidanzata Sara Di Pietrantonio. La Cassazione ha infatti annullato la sentenza di secondo grado che con il rito abbreviato aveva inflitto all’imputato 30 anni di carcere. Paduano strangolò e bruciò viva Sara a Roma il 29 maggio 2016.

Il pg – riporta il Corriere della Sera, ha sollecitato gli ermellini a dichiarare la sussistenza dello stalking come reato autonomo rispetto all’omicidio. I giudici di secondo grado infatti avevano diminuito la pena (rispetto all’ergastolo inflitto dalla corte d’assise) perché avevano ritenuto lo stalking assorbito nell’omicidio. Un’interpretazione errata.

Nuovo processo ed ergastolo per Paduano

Soddisfatta Concetta Raccuia, la mamma di Sara, parte civile attraverso l’avvocato Stefania Iasonna: “Lui è sempre stato pressante, psicologicamente la manipolava e sono contenta che oggi vengano riconosciute le manipolazioni che Sara ha subito. Perché questo, spero, aprirà un filone anche per le altre ragazze che si trovano ogni giorno nella condizione in cui si è trovata mia figlia”. Secondo gli ermellini “Vincenzo Paduano è responsabile di tutti i reati che gli sono stati contestati, e non devono essergli concesse attenuanti: piuttosto, va celebrato un processo d’appello bis per valutare la sua condanna all’ergastolo”.

Secondo Tocci, l’ex guardia giurata, 30 anni, ha ucciso l’ex fidanzata, spinto da «uno spirito punitivo» legato alla volontà «esercitare sulla vittima un dominio possessivo», come svela «l’inserimento abusivo dell’imputato nell’account di Sara su Facebook». Intromissione per cui, secondo l’accusa, «la vita di Sara era stata fortemente turbata». «Non c’è stato un impeto di gelosia», ha rimarcato il rappresentante dell’accusa concludendo: «Tutti gli elementi non consentono alcun ragionevole dubbio sulla fondatezza delle aggravanti».

Da stalking in omicidio

“Il ricorso in Cassazione è nato dalla decisione dei giudici di secondo grado di riformare la sentenza, assorbendo il reato di stalking in quello di omicidio”, spiega il Corriere. Nemmeno le scuse fatte da Paduano durante il processo d’appello – definite «tardive e strumentali» dal collegio – hanno contribuito a far cambiare opinione al pg della Cassazione sulla necessità di rideterminare la pena.

Foto da Facebook.

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