Notre Dame si risveglia sfregiata: almeno 10 anni per la ricostruzione

di Redazione

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Notre Dame si risveglia sfregiata: almeno 10 anni per la ricostruzione

| martedì 16 Aprile 2019 - 19:06

La cattedrale di Notre Dame di Parigi si risveglia sfregiata. Sono crollati il tetto e la guglia di 45 metri ma la struttura principale è salva. Come spiegato dall’Agi, anche il rosone Nord sembra aver tenuto. Prima il fumo, poi le fiamme dalle 18:30 di lunedì mentre si stava celebrando la messa in uno dei luoghi simbolo della cristianità e monumento gotico patrimonio dell’Unesco.

Solo verso le due notte il rogo è stato dichiarato “completamente sotto controllo e parzialmente estinto“. Ma vi sono dei focolai residuali ancora da domare. Il presidente Francese Emmanuel Macron ha sottolineato come il peggio sia stato evitato ma come la battaglia “non sia ancora del tutto vinta”. Ha lodato il coraggio e la professionalità dei vigili del fuoco, almeno 400, e lanciato una campagna di raccolta fondi internazionale. Il miliardario fondatore del colosso del lusso Kering, Francois Pinault, ha risposto con una donazione da 100 milioni.

Ci vorranno fra 10 e 15 anni, oltre che centinaia di milioni di euro, per restaurare Notre-Dame a seguito dell’incendio che l’ha devastata lunedi’ sera. È quanto stima la federazione delle imprese francesi specializzate nel restauro di monumenti.

Notre dame si risveglia sfregiata

Le cause dell’incendio sono “potenzialmente legate” ai lavori di ristrutturazione in corso. Sedici statue si sono salvate per miracolo: erano state rimosse dalla guglia solo l’11 aprile scorso per essere ristrutturate. La procura della capitale francese ha aperto una inchiesta per “distruzione involontaria a mezzo di incendio”. “Forse gli aerei cisterna antincendio potrebbero essere utilizzati per spegnerla. Deve agire velocemente!”, aveva suggerito via Twitter il presidente Donald Trump. “Potrebbe far collassare l’intera struttura insieme con i vigili del fuoco che stanno in questo momento dando il meglio per salvare Notre Dame”, è stata la replica immediata della Protezione civile francese.

Messaggi di solidarietà e cordoglio sono arrivati da tutto il mondo. Solo l’Isis ha esultato, almeno stando a quanto scrive il sito di Intelligence Site. Con oltre 12 milioni di turisti all’anno, Notre Dame è il secondo monumento più visitato di Parigi, dopo la Tour Eiffel e prima del museo del Louvre. È la seconda chiesa più visitata d’Europa dopo la basilica di San Pietro a Roma. “La tragedia di Parigi” titola Les Echos che come tutti i principali quotidiani francesi dedica la prima pagina all’incendio che ha devastato Notre Dame. “Il disastro” scrive Le Figaro mentre sulla prima pagina di Le Parisien si parla della “Nostra Signora in lacrime”. “Il cuore in cenere” titola La Croix mentre Liberation scrive semplicemente ‘Notre Dame’ vicino alla foto dalla guglia che cade.

Cosa resta della cattedrale

Ci vorrà tempo prima che le circostanze di come sia scoppiato l’incendio siano chiarite. Non sarà facile trovare prove materiali per cercare di spiegare l’origine del rogo. Il portavoce del monumento ha detto comunque che, al momento dello scoppio delle fiamme, intorno alle 18:30, tutti gli operai avevano lasciato il sito. Ai lavori partecipano oltre una decina di aziende che operano sotto la responsabilità della sovrintendenza architettonica dei monumenti storici e dello Stato, proprietario della cattedrale. Gli addetti saranno tutti interrogati a lungo per cercare di capire se un errore umano possa essere all’origine della tragedia.

E ci sono già le prime foto dall’interno della cattedrale di Notre Dame di Parigi, devastata dall’inferno di fuoco. E documentano che la Croce e l’Altare centrale si sono miracolosamente salvati. L’immagine acquista un significato particolare per i fedeli cattolici, che sono all’inizio della Settimana Santa e molti di loro – sui social media – hanno rilanciato l’immagine, accompagnandola al motto dei certosini, Stat Crux dum volvitur orbis, la croce resta salda mentre tutto cambia. Tra i primi entrare nella cattedrale, all’alba di stamane, il premier francese Edouard Philippe. (AGI)

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